Fiume e Zagabria nell’Unione Europea L’emozione delle comunità ebraiche

Frontiere che cadono, distanze che si accorciano in nome dell’integrazione e della varietà culturale. L’ingresso della Croazia nell’Unione Europea è salutato con particolare emozione dagli ebrei del Quarnero, i primi a pagare sulla propria pelle – nelle diverse direttrici – il fardello dell’ideologia nazionalista portata all’estremo. È una giovane docente del liceo italiano di Fiume a raccogliere, tra gli altri, questo sentimento. “La gioia e la trepidazione sono nell’aria. Non è più il 2003 e neanche il 2007, quando i tempi lasciavano prospettare destini migliori. Per me, fiumana ‘patocca’ (il ‘doc’ locale) – spiega Rina Brumini – non è che la conferma di uno spirito cosmopolita, tollerante, inclusivo e sovranazionale del quale la mia città ha sempre goduto”. Una riscontro a quanto affermato nel vissuto familiare e negli ingranaggi, anche quelli apparantemente più banali, della quotidianità. “In casa e al lavoro si parla italiano – prosegue Rina – fuori casa croato, il mio patrigno si arrabbia in ungherese, telefoniamo in ebraico o in inglese un giorno sì e uno no, con i nonni si parlava il dialetto fiumano. Ma oggi, con la celebrazione di questo felice sincretismo di culture, festeggio anch’io. Perché dopotutto è una conferma a quanto di buono è stato fatto finora. Siamo sulla strada giusta e possiamo continuare ad arricchirci vicendevolmente e imparare gli uni dagli altri”.

Anche a Zagabria, in una comunità segnata da storie e destini parzialmente diversi, si guarda con un certo ottimismo al futuro. È l’impressione di rav Kotel Da Don, rabbino della comunità Bet Israel e tra gli ospiti del ricevimento che ha richiamato in città i principali leader d’Europa. “La Croazia – afferma – è arrivata nel posto in cui sarebbe sempre dovuta essere. La sfida è partita da molto lontano, è stata lunga e tortuosa, ma oggi possiamo finalmente esultare”. L’augurio del rav è che questo percorso possa essere un modello per tutti paesi della regione che sperano di arrivare allo stesso risultato conseguito dalla Croazia.

A Spalato feste di quartiere e in piazza con filo conduttore la multiculturalità declinata attraverso la storia, la tradizione, la gastronomia delle differenti identità regionali. Mondo ebraico protagonista con alcuni banchetti riforniti dei migliori dolci di Purim e Pesach e, simultaneamente, con alcune performance musicali che spaziavano dal klezmer al Mediterraneo sefardita. Ana Lebl, presidente della comunità spalatina, parla di “orgoglio” e “commozione” nel celebrare questo appuntamento in simbiosi con l’intera cittadinanza. “Sul fronte dell’integrazione e del confronto tra realtà diverse i progressi, in ambito sia locale che nazionale, sono sotto gli occhi di tutti. È con questa prospettiva, con l’intento di migliorarci ancora – commenta – che siamo chiamati alla sfida europea”.

Comunità di frontiera tra due mondi, le realtà ebraiche di Croazia hanno una naturale proiezione verso l’Italia e in particolare verso Trieste, la città più vicina non solo per ragioni geografiche. Proprio da Trieste arrivano le felicitazioni del vicepresidente della Comunità ebraica e consigliere UCEI Mauro Tabor. “È un ingresso – afferma – che accogliamo a braccia aperte. Fiume ed Abbazia sono infatti due comunità legate a doppia mandata con Trieste e molti dei nostri iscritti provengono da quelle terre. Poi la Shoah, il comunismo, le difficoltà per tornare a vedere le proprie case e gli amici rimasti. Adesso, l’entrata in Europa che ci riavvicina”. Con l’ingresso nella UE l’auspicio è che Trieste “torni ad essere quella finestra verso Oriente che è stata per tanti anni” e che allo stesso tempo la sua comunità ebraica possa stabilire un contatto ancora più saldo con Fiume e Zagabria con un occhio lungimirante che, sottolinea Tabor, “magari guardi anche un po’ più in là”.

Le memorie degli ebrei del Quarnero tornano d’attualità anche sulle colonne della testata della minoranza italiana, La voce del popolo, che proprio in questi giorni pubblica un’intervista a Federico Falk, classe 1919, autore di una densa ricerca sulle vicende delle comunità ebraiche di Fiume e Abbazia dal momento del loro insediamento fino all’epoca delle persecuzioni antisemite. Al suo interlocutore Falk tratteggia il fascino di una Mitteleuropa svanita e dolorosamente travolta dal vortice dell’odio e della violenza. Un mondo che non c’è più e che è angosciante presenza nei pensieri di tante persone.

Oggi La voce titola ‘Rieccoci Europa’. Un nuovo bivio, e forse anche un nuovo luminoso inizio.

Adam Smulevich

(1 luglio 2013)