La foglia di fico della natura
L’argomento “naturalistico” è tra i più abusati e pelosi. Mi è capitato di sentirlo alcune sere fa durante una trasmissione televisiva. Si dice: “La Natura ha voluto che ci fossero uomo e donna. E che potessero procreare. Perché dunque andare contro Natura e immaginare un matrimonio tra due persone dello stesso sesso, o la possibilità per loro di adottare dei figli, o addirittura di averne di propri con l’inseminazione artificiale?”. Oppure si afferma: “L’Uomo ha sempre mangiato la carne degli animali. Perché dunque dovremmo essere vegetariani? L’Uomo è cacciatore fin dalla notte dei tempi”.
Al di là delle singole questioni – si potrebbero fare molti altri esempi! – mi pare un argomento intellettualmente riprovevole. Per almeno due ragioni. La prima di natura pratica. Che cosa ci sarebbe di naturale nelle vite? In poche ore possiamo girare intorno alla Terra, ci cibiamo di alimenti che hanno attraversato continenti, interagiamo col mondo grazie al nostro computer (o smartphone), non sappiamo riconoscere animali e piante e spesso non li abbiamo mai visti, non sopravvivremmo un minuto senza elettrodomestici, tecnologie, apparecchiature (come già ricordava Robert M. Pirsig ne “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”). Si tratta di un argomento capzioso e auto-assolutorio. Ci riscopriamo “naturali” quando ci conviene.
La seconda ragione è invece teorica. Lo sviluppo umano non è forse un progressivo sforzo di emancipazione e controllo sulla Natura? Le culture, le religioni, le tradizioni, non sono forse strumenti che l’uomo usa per gestire i propri istinti naturali e non consentirne il dispiegamento inarrestabile? Il problema della nostra epoca è semmai il contrario: come evitare che il progresso tecnologico eserciti il suo controllo sulla Natura distruggendola definitivamente? Meglio ragionare sinceramente. Il pensiero, la cultura, e anche le religioni, ci possono indicare i comportamenti migliori da assumere in qualità di essere umani che trasformano (la natura) e si trasformano continuamente. Non possono invitarci a tornare indietro.
Tobia Zevi, Associazione Hans JonasTwitter: @tobiazevi
(9 luglio 2013)