Nugae – Abbandoni estivi
Gli ebrei sono particolarmente appassionati di animali? Questa è una delle varie domande a cui la mostra The Whole Truth del Museo ebraico di Berlino, di cui parla il numero di maggio di Pagine Ebraiche, sottopone i visitatori per cercare di svelare misteri e sfatare pregiudizi sugli ebrei. Certo, ci sono alcuni elementi per avvalorare questa tesi. Un’azienda israeliana di televisione via cavo ha appena lanciato DogTV, un canale di follia fatto apposta per i cani, con musiche rilassanti e colori primari, testato in California e da poco disponibile anche nella sua patria. Ma senza arrivare a queste idee strampalate anche per i fan più accaniti dei gadget canini (il cioccolato per cani è la dolce apoteosi), è sufficiente rilevare l’innalzamento di qualche ottava sopra la norma della voce dei membri della propria famiglia ogni volta che il cucciolone entra in una stanza. Un’incontrastabile metamorfosi in quattro mammolette, in questo periodo per giunta particolarmente commosse dall’alto numero di storie orribili di animali abbandonati che ogni anno colorano l’estate di disgusto. Occhi lucidi di veline e attori di telefilm che si prestano come nobili testimonial sembrano non fermare la pigra insensibilità di chi parte in vacanza. Ma una vittima dello stordimento da cane in fase avanzata non può fare a meno di domandarsi: come si fa? Perché alla fine l’animale domestico diventa parte della famiglia, un fratellino piccolo, morbido e peloso. Come con tutti i fratellini, naturalmente a volte si battibecca: quando rosicchia tre scarpe stando ben attento a sceglierle appartenenti a tre paia diverse, quando si butta a fare il bagno in un canale fangoso e poi pretende di risalire in macchina, quando mentre si studia disperatamente lui è lì davanti a dormire tutto il giorno sospirando di tanto in tanto e poi decide che alle cinque di mattina è ora di svegliarsi, per tutti. Ma a nessuno verrebbe mai in mente di lasciare il proprio fratello dispettoso sul ciglio di una strada. E anche se alla fine in realtà la domanda della mostra è un trabocchetto per dimostrare quanto poco fondati possano essere i pregiudizi e dunque la fama di animalisti degli ebrei è un’invenzione, è sicuro che nessuna religione tollererebbe mai simili atti di disumanità. Che tristezza, vado a comprare un po’ di cioccolato per cani.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(14 luglio 2013)