UCEI – Risorse, progetti e Community
Il Consiglio indica la strada per il futuro
Prospettive di futuro per l’ebraismo italiano nella riunione di Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane svoltasi ieri a Roma. Vivace dialettica, ma anche molti punti di incontro. A partire dal voto che ha portato all’approvazione del Bilancio consuntivo e ai nuovi criteri di distribuzione delle risorse derivanti dalla raccolta dell’Otto per Mille che andranno a rafforzare la vitalità e l’impegno sul territorio delle 21 Comunità nazionali. In quest’ottica fondamentale l’apporto della Community, della componente che guarda con interesse ai valori e alle vicende della minoranza ebraica in Italia e che nelle dichiarazioni dei redditi del 2010 ha fatto registrare un incremento dei consensi per l’Unione. Un risultato che il presidente Gattegna, intervenendo in apertura di assise con una lunga relazione, ha spiegato – tra le motivazioni di maggior impatto – con la nascita e con il potenziamento di nuove strutture comunicative e informative di raccordo con l’intera società italiana che hanno preso avvio proprio in quella stagione. Applauso e riconoscimento unanime per il lavoro svolto dall’assessore al Bilancio Noemi Di Segni e dalla Commissione coordinata dal consigliere Davide Romanin Jacur nella realizzazione di un Bilancio sociale complesso ed estremamente articolato che è stato valutato con favore dai presenti. Nell’occasione è stata inoltre consegnata a ciascun Consigliere una copia del volume che riporta i risultati della grande ricerca sociodemografica sull’ebraismo italiano coordinata dal professor Enzo Campelli su incarico dell’Unione. “Una ricerca molto utile e preziosa”, ha commentato il presidente Gattegna. Tra i vari punti all’ordine del giorno discussi nel pomeriggio l’approvazione dei nuovi progetti strategici. In conclusione l’intervento di Betti Guetta, ricercatrice della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, che si è soffermata sui fenomeni di antisemitismo e razzismo in Italia con particolare riferimento a quanto si muove sulla rete e nel mondo dei social network. Al di là delle attività criminali di chi semina l’odio, che vanno affrontate evitando di cadere in reazioni emotive e nell’errore di regalare visibilità a malfattori che non cercano altro, si tratta di combattere un ampio bacino di pregiudizio diffuso e di ignoranza. Un fenomeno più subdolo cui è necessario opporre il dialogo, la cultura e l’informazione professionale e misurata.
Adam Smulevich
(15 luglio 2013)