UCEI – Imparare, aiutare, condividere
Educare, aiutare, imparare, e condividere. Nella riunione del Consiglio UCEI che si è tenuta domenica scorsa, a un anno dall’entrata in vigore della riforma che ha visto profondamente modificata la struttura chiamata a governare l’ebraismo italiano, trasformatasi in una sorta di “Parlamentino”, si sono visti i primi risultati del lavoro compiuto in questi mesi dalle Commissioni, che hanno visto approvati i primi progetti presentati. Grande il valore delle idee portate avanti dai gruppi di consiglieri impegnati su Scuola, educazione e giovani, Affari sociali, Cultura e minoranze, Alya e Antisemitismo: pur declinata secondo le specificità delle singole Commissioni, emerge da tutte le idee proposte l’impegno a lavorare insieme, con modalità trasversali, e l’obiettivo di coinvolgere più comunità, anche distanti fra loro.
La Commissione Scuola ha presentato due progetti, uno dei quali nato dalla necessità di costruire un curricolo nazionale di studi ebraici, comune per le scuole di Milano, Roma, Torino e Trieste, in cui siano definiti chiaramente sia contenuti e obiettivi che la metodologia e i sistemi usati per la valutazione. È stato anche ben chiarito come, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro che riceverà una formazione specifica, si tratti di un programma strategico, che contribuirà a dare forza alle scuole ebraiche, stimolando una riflessione e un lavoro comuni che non possono avere altro che ricadute positive. Il progetto Kadur poreach è invece dedicato specificamente alle comunità piccole, dove non è presente una scuola ebraica: con un processo di formazione continua on line sarà comunque possibile raggiungere bambini e ragazzi in tutte le Comunità italiane, e si progetta di utilizzare il metodo del cooperative-learning nei periodi in cui i ragazzi saranno ospitati – con vari programmi di scambio – nelle scuole ebraiche, e in seguito tecniche di insegnamento su una piattaforma di e-learning appositamente attivata, per favorire la socializzazione in ambito educativo ebraico.
La Commissione Affari sociali, anche data la crescente gravità della condizione socioeconomica italiana che ha peggiorato le condizioni di molti iscritti alle comunità, ha valutato necessario un coordinamento di tutte quelle istituzioni che operano in campo socio-sanitario, che porterà alla creazione di un vero e proprio servizio sociale itinerante, di supporto a tutte quelle comunità che non hanno un proprio servizio sociale autonomo. Gli obiettivi rispecchiano appieno l’idea ebraica di tzedakà come giustizia, come dovere categorico, e non sono cosa da poco: oltre a riuscire a dare un’assistenza personalizzata si tratta di creare una rete di servizi sul territorio, e aiutare la collettività a individuare i propri bisogni, attivare le reti di solidarietà naturali e i processi di partecipazione. Il progetto di Educazione al dialogo, della Commissione Cultura e minoranze, è strettamente legato ai principi che hanno guidato anche il lavoro delle altre Commissioni: diffondere la cultura ebraica, educare alla diversità e alla conoscenza dell’altro non può che essere uno stimolo a un serio impegno interculturale che possa anche prevenire ogni episodio di discriminazione. Ascolto, dialogo e comprensione sono allora sia uno strumento che un fine, insieme al rispetto reciproco, tutti ideali che fra i ragazzi hanno una importanza ancor più fondamentale. E sempre ai giovani è rivolto il lavoro della Commissione Alya, che si propone di attivare l’esame psicometrico in italiano, in modo anche da permettere ai giovani ebrei italiani di evitare l’ostacolo spesso insormontabile della lingua, e poter sostenere nel proprio paese e nella propria lingua madre l’esame di accesso a tutte le università israeliane. E così anche durante la riunione di Consiglio, chiamato a esprimersi sui progetti elaborati nel corso degli scorsi mesi, sono emersi alcuni dei valori principali degli ebrei italiani.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(17 luglio 2013)