Qui Trieste – Gente di Corfù

triesteAffollata la sala del Museo Ebraico di Trieste che ha ospitato la presentazione del libro “Evraikì-Una diaspora mediterranea da Corfù a Trieste”, catalogo della mostra svoltasi nel 2011 sugli ebrei di Corfù arrivati a Trieste alla fine dell’Ottocento. L’incontro è stato aperto dalle parole di ringraziamento del presidente della Comunità di Trieste, Alessandro Salonichio, che ha ricordato in particolare Andrea Mariani, già presidente della comunità triestina, promotore della mostra e a cui il catalogo è dedicato. La mostra esponeva il materiale raccolto grazie al lavoro degli studiosi, in grado di trovare la pista da seguire conducendo lunghe e interminabili ricerche. “Il catalogo – ha aggiunto Salonichio – ha vissuto un periodo di gestazione di due anni, risultato di un processo di creazione assolutamente atipico: i mesi di lavoro che hanno preceduto il prodotto finale hanno fatto del catalogo un’opera in progress che si è arricchita senza sosta di materiale storico e fotografico”. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il contributo delle famiglie: “Se inizialmente sembrava che il materiale fosse poco, cercando di nucleo famigliare in nucleo famigliare, come in un mosaico si è ricostruita la storia tassello per tassello, permettendo di restituire un’immagine completa di un gruppo che ha contribuito a rendere Trieste una comunità molto particolare”, ha spiegato Mauro Tabor, assessore alla Cultura della Comunità di Trieste e membro del Comitato scientifico della mostra.
Il catalogo comprende quattro saggi di Tullia Catalan, Annalisa Di Fant, Fabrizio Lelli e Mauro Tabor, che mostrano l’evoluzione della storia degli ebrei di Corfù, dalle origini fino agli anni 2000, passando per l’esperienza triestina e il periodo delle persecuzioni. “La cronologia del volume è la stessa della mostra, rispetto alla quale vi è però una differenza”, ha spiegato Annalisa Di Fant, coordinatrice scientifica di alcune sezioni della mostra. Mentre quest’ultima divideva le storie per famiglie, “dal catalogo emerge la storia di un gruppo come collettività, le foto dei singoli nuclei sono riuniti a formare un’unica Storia”, ha sottolineato.
L’arrivo a Trieste di migliaia di ebrei corfioti fu improvviso e conseguenza di un’ingiusta e insensata accusa di omicidio rituale ai danni della comunità ebraica dell’isola. “Questo catalogo ne racconta il viaggio, le difficoltà e le speranze, con un occhio di riguardo alla reazione della Trieste ebraica, che fu in grado, nonostante le diversità e le iniziali diffidenze, di aprirsi e così di arricchire il proprio bagaglio culturale e religioso”, ha evidenziato Tullia Catalan, ricercatrice di storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Trieste e supervisore scientifico generale della mostra.
L’opera permette al lettore di comprendere le dinamiche di un incontro inaspettato e obbligato, tra due comunità che percepivano chiaramente la loro estraneità, ma che, nonostante ciò, devono molto l’una all’altra. Trieste è stata per gli ebrei di Corfù un punto di approdo, un porto sicuro, così come l’arrivo dei corfioti ha rappresentato il punto di partenza di un cambiamento profondo dell’ebraismo triestino, a cui la meravigliosa città che ospita i ragazzi di Redazione Aperta deve tuttora molto.

Sara Gomel

(19 luglio 2013)