Shabbat Nachamù a Brindisi
Shabbat Nachamù a Brindisi, in Puglia: quali ragioni “di consolazione” per convocare uno shabbaton in una città dove gli ebrei, se pur banditi agli inizi del ‘500, di fatto sono stati sempre presenti fintanto che il porto era il centro delle attività economiche dell’intero comprensorio di quella parte di Adriatico?
Forse la presenza, sempre più attiva, di un gruppo ristretto di ebrei, in pratica la somma di pochi nuclei familiari? Forse, ma la risposta non appare sufficiente.
Eppure, a Brindisi, dallo scorso 17 luglio (10 di Av) e sino a tutto settembre, la compagnia aerea israeliana Arkia effettua voli settimanali (di mercoledì) sull’inedita tratta Brindisi-Tel Aviv. Peraltro a prezzi molto contenuti.
Non a caso, a proposito di consolazioni, dal giorno successivo Tish’à B’Av, momento in cui – in Eretz Israel – comincia il periodo di vacanza per molti.
Ma non solo. Appena insediata, nel maggio dello scorso anno, la giunta municipale guidata dal sindaco Consales assunse l’impegno di garantire alla piccola presenza ebraica della città di destinare un immobile, tra quelli di proprietà comunale, per lo studio e per la preghiera.
Proprio alla viglia di Shabbat Nachamù, il sindaco e il suo vice Ecclesie, entusiasta sostenitore dell’iniziativa, hanno incontrato i vertici della comunità ebraica di Napoli e del Mezzogiorno, con il presidente Pierluigi Campagnano in testa e con il rabbino capo Scialom Bahbout, per redigere un protocollo d’intesa che formalizzi da un lato la richiesta di parte ebraica e, dall’altro, l’impegno della civica amministrazione a soddisfarla.
A tanto si aggiunga la presenza del rappresentante in Italia, rav Pierpaolo Punturello, dell’associazione Shavei Israel che ha voluto, con il dipartimento Educazione e Cultura dell’UCEI in posizione dominante, garantire il successo dello shabbaton intitolato “…aspettando Tu B’Av”.
Ed ancora, dopo gli incontri con la rabbanut tenutisi lo scorso novembre, in occasione dello Shabbaton Vajierà, potrebbe partire, dalla vendemmia delle prossime settimane, la produzione di vino rosso brindisino, del tipo “negramaro” rigorosamente kosher. Destinato, nei primi anni, a soddisfare le esigenze del mercato italiano.
Sembra proprio che ci sia più di una ragione per “consolarsi” in riva all’Adriatico, in attesa che la luna, simbolo del popolo di Israele, raggiunga la pienezza propria del 15 di un mese che riassume, dopo le tre settimane, la consolazione e poi l’avverarsi di un sogno condiviso. Hag B’Avahà!
Cosimo Yehuda Pagliara
(19 luglio 2013)