Qui Trieste – Fare il giornalista: esperienze a confronto

photoGiornata intensa quella di ieri, per la nostra Redazione Aperta: è stato possibile conoscere molti professionisti della carta stampata, ognuno con un esempio diverso da proporre ai presenti. La mattina è stata dedicata all’incontro con Alessandro Marzo Magno, cronista e scrittore veneziano, mentre il pomeriggio si è svolta una riunione dell’Assostampa, in attesa dell’arrivo di Franco Siddi, Segretario generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, che da Cagliari ha voluto arrivare nell’estremo Nord-Est per incontrarci. E poi Luciano Ceschia, già direttore di molte testate, tra le quali Il Piccolo, attualmente l’unico quotidiano locale di lingua italiana.
Abbiamo incontrato Alessandro Marzo Magno nel giardino del Gentilomo, la casa di riposo della Comunità e con lui abbiamo ripercorso la storia della sua esperienza come giornalista di cronaca bianca “tutto quello che cronaca nera non è”, ma soprattutto come cronista di guerra, attività iniziata grazie alla combinazione di essere a Trieste proprio nel momento in cui scoppiava la Guerra dei Balcani, il 27 giugno 1991, subito dopo la proclamazione dell’Indipendenza della Slovenia, avvenuta due giorni prima e che dilagò poi in tutto il territorio dell’ormai ex-Yugoslavia. Occasione colta da Guido Vitale, presente all’incontro, per parlare di confini e in particolare del Dreilaenderecke (letteralmente “angolo dei tre paesi”), punta estrema nordorientale del Friuli Venezia Giulia, in cui s’incontrano tre nazioni: Italia, Austria e Slovenia, ma anche tre mond, le tre identità dell’Europai: quella latina, quella germanica e quella slava. E, proprio per questo, luogo ormai tradizionale per manifestazioni organizzate nel nome del dialogo fra popoli e culture. A lungo responsabile degli esteri del settimanale Diario, ha poi deciso di passare a “fare il giornalista che scrive libri”. Ha al suo attivo una dozzina di volumi di argomento storico, tutti legati a Venezia e alla Repubblica Veneta, in particolare al territorio della Dalmazia. La passione di un uomo che ama profondamente il proprio lavoro ha suscitato una lunga serie di domande, cui è stata data sempre una risposta precisa e al contempo brillante, affascinando tutti.
La Redazione si è poi spostata al Circolo della Stampa, dove lo scenario è cambiato radicalmente, essendo gli argomenti inerenti al lato meno romantico di questo mestiere, ma non meno importante: quello del ruolo del giornalista nella società e nei rapporti con l’editoria e il mondo politico, ma anche e soprattutto quali siano le attuali prospettive di un settore in crisi, come tanti altri, in Italia e nel mondo. È stato possibile così ascoltare, soprattutto dopo l’arrivo di Franco Siddi, quanto veniva detto a proposito della riforma dell’editoria, delle differenze in questo ambiente tra chi svolge un lavoro subordinato, para-subordinato o autonomo, di flessibilità sempre più richiesta, della necessità di formare le nuove leve sia a livello teorico che soprattutto pratico. C’è la consapevolezza di essere in periodo di transizione, non dovuto soltanto alla crisi generale, ma anche al notevole cambiamento dato dalle notizie lanciate attraverso il web, che hanno fatto sparire, tra l’altro, anche se, sembra, soltanto in Italia, le recensioni dalla cronaca degli spettacoli nei quotidiani, a causa dell’impossibilità di poter scrivere un pezzo in tempo per l’uscita della mattina dopo e dalla contemporanea inaccettabilità di pubblicarle, come si faceva fino a poco fa, due giorni dopo l’evento.
Successivamente, in un breve incontro informale, Luciano Ceschia ha condiviso con il gruppo le proprie esperienze, nel confronto con gli editori, quando era alla guida delle numerose testate da lui dirette, ricordando anche momenti di vita in redazione, quando tutto era forse più faticoso, ma molto gratificante, per le soddisfazioni che il “dare la notizia” portava, in un mondo in cui questo veniva ancora considerato da tutti, professionisti e lettori per primi, un valore importante per la conoscenza della realtà quotidiana.

Paola Pini

(23 luglio 2013)