Trieste – Rav Di Segni: “Rabbini al futuro”
Dopo la cena organizzata in onore della presenza di Noemi Di Segni, assessore al Bilancio Ucei, la redazione, i collaboratori e il Consiglio della Comunità ebraica di Trieste incontrano il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, per discutere con lui la situazione del rabbinato italiano e internazionale. Una cena che ha come antipasto alcune notazioni su Roma, l’elezione del sindaco, i rapporti con la Chiesa (“Visto che c’è dialogo deve anche esserci un confronto” sottolinea il Rav) ed anche il numero crescente di alioth, circa duecento persone solo nell’ultimo anno. Il piatto forte è invece una panoramica fatta da Rav Di Segni sulla Francia, Israele, Inghilterra ed i loro rabbini più conosciuti. “La ricerca socio-demografica sugli ebrei italiani fatta dal Professor Enzo Campelli conteneva una domanda sul grado di soddisfazione ed insoddisfazione rispetto ai rabbanim di riferimento. Ma gli altri paesi come se la cavano?” Si passa dalla Francia che dopo aver avuto un rabbino capo piuttosto tradizionale come Rav Sitruck, ne ha scelto uno più filosofico come Gilles Bernheim. Il Grand Rabbin Bernheim è stato al centro di dibattiti e scandali nei mesi scorsi, portando attualmente la Francia in una situazione di stallo. L’elezione dei nuovi esponenti di spicco di Israele intanto agita le acque tra figli e scelte di facciata. “Moshè ha avuto come successore Yeoshua. A un maestro dovrebbe seguire il suo discepolo” risponde Rav Di Segni prima di introdurre il ‘dessert’ ideale per la serata: le lodi e le criticità riguardo Rav Sacks, Chief Rabbi del Commonwealth. Dopo aver messo in luce le qualità di Sacks, grande comunicatore e divulgatore, arriva il momento di prendere in mano il testo di una sua lezione e capire quanto ci sia di discutibile in alcuni suoi pensieri. “A Rav Sacks ora succederà Rav Mirvis che, pur completamente diverso dal primo, è un gran pastore e ha un grande sense of humour. Ma non è Rav Sacks”. Viene raccontata anche la figura di un grande ‘avversario’ che smonta il fascino di Sacks: Rav Boteach. Dopo aver illustrato la differenza tra rabbinato inglese (dove vi è un controllo assoluto) e quello americano fatto di congregations, Rav Di Segni conclude: “Autorità e autorevolezza sono due cose diverse e c’è bisogno di figure con autorevolezza”.
Rachel Silvera
(La foto è di Giovanni Montenero)
(24 luglio 2013)