Ticketless – 45 o 15 giorni?
Nella storia i numeri contano come in matematica. Producono un effetto psicologico. La guerra dei trent’anni o la guerra dei sei giorni? Partiamo dai 45 giorni di Badoglio. A breve inizieranno le rievocazioni di quel mese e mezzo circa, che segue la caduta del fascismo e precede l’armistizio con gli angloamericani: 25 luglio-8 settembre 1943. 45 giorni che hanno rivoluzionato la storia d’Italia, lasciando però in ombra, come se fossero meno importanti, i 15 che precedono: 10 luglio-25 luglio.
Catania s’accinge a rievocare i giorni dello sbarco alleato (Operazione Husky) con una serie di iniziative. Sellerio ristampa utilmente, con brillante prefazione di Camilleri, la “Guida del soldato in Sicilia”, piccolo baedeker che sarà ripresentato nei prossimi giorni, insieme alla mostra ‘Phil Stern Sicily 1943′, alla presenza dell’ormai 93enne fotografo, che prima di diventare famosissimo immortalando i più grandi divi di Hollywood, iniziò la sua gloriosa carriera a 22 anni, proprio come fotoreporter di guerra.
Con attenzione dovremmo meditare sugli effetti psicologici che il 10 luglio produsse in seno al fascismo creando le premesse per l’implosione del 25 luglio, la seduta del Gran Consiglio. Quei 15 giorni modificarono la storia del regime. E’ noto l’episodio di Mussolini che il 19 luglio, rientrando a Roma da Feltre, dove aveva incontrato Hitler, pilotando personalmente l’aereo, constatò con i suoi occhi l’inizio della fine: le case squarciate e fumanti, risultato dei primi bombardamenti alleati sulla capitale.
Alberto Cavaglion
(24 luglio 2013)