Nugae – Harry ti presento Sally
I lunghi pomeriggi estivi nella città deserta, senza macigni universitari e sociali, sono il momento perfetto per recuperare il mitico temps perdu e colmare le lacune di una vita. Così, cosa che giustamente non si può ammettere senza sentirsi un alieno, è giunta l’ora di guardare Harry ti presento Sally. E, con un paio di decenni di ritardo, esaltarsi. In effetti qualunque cosa si possa dire adesso risulterà un’ovvietà, ma l’entusiasmo non serve a niente se non lo si può riversare sul resto del mondo. E poi alla fine repetita iuvant quando sono cose carine. È che questo film è costellato da verità sorprendenti sul senso della vita mascherate da dialoghi brillanti, geniali constatazioni senza le quali non capisco come ho potuto vivere finora. Sarà per questo che Nora Ephron quell’anno ha ricevuto le nomination per tutti quei premi. Ovviamente non si tratta della risposta sulla possibilità dell’amicizia fra uomini e donne, quello è un mistero delle relazioni umane destinato a rimanere tale, insieme a come le mamme riescano a trovare sempre qualcos’altro da far mettere in ordine alle figlie. Ma per esempio c’è quella discussione sulla presenza di un lato oscuro in ciascuno, vagamente inquietante, ma di cui in realtà si tende ad essere abbastanza fieri. Sarà pure un po’ cinico, ma a parte essere innegabile, a pensarci bene Harry dà anche uno spunto interessante: “Quando compro un libro io leggo l’ultima pagina per prima, così se muoio prima di finire so quello che succede. Questo, amica mia, è il lato oscuro!”. E poi c’è la teoria sulla decadenza, di cui qualche ventunenne affetta da pessimismo cosmico è già ben conscia. Quando Sally scopre che l’ex fidanzato sta per sposarsi, chiama Harry a consolarla e si lamenta: “E tra poco avrò 40 anni!”. “Fra otto anni”, le fa notare lui. Illuso, infatti lei saggiamente gli risponde che in fondo non manca poi tanto prima di entrare nel vicolo cieco. Povera Sally. Che si prende anche la briga di dare al mondo un’altra lezione importante, molto spesso ignorata da gelatai dagli sguardi giudicanti che non concepiscono che uno possa volere un solo gusto o camerieri stizziti per ordini sofisticati: è importante servire la salsa a parte, accidenti. E poi c’è un’ultima perla, stavolta di Harry: “Sono convinto che i geroglifici siano antichi fumetti su un personaggio di nome Sfinge”. Geniale, di certo sarà frutto di un’accuratissima analisi scientifica, quasi quasi vale la pena farci una tesi di laurea.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(28 luglio 2013)