…politica

Non potendo commentare la sostanza di una sentenza che farà discutere, accenneremo qui al contenitore in cui tale sentenza è stata letta. La vista ripetuta del cosiddetto “Palazzaccio” di piazza Cavour in Roma, non può infatti non richiamare alla mente del ricercatore quel che accadeva attorno a quelle pietre esattamente un secolo fa. Era il 1913 e sulla costruzione del sontuoso edificio – iniziato nel 1895 e terminato nel 1911 – si abbatté la durezza di un dibattito parlamentare aspro a tal punto da provocare l’istituzione di una Commissione d’inchiesta. I costi per l’edificazione dell’edificio erano infatti lievitati in forma incontrollata (ma guarda un po’!?) e la Commissione aveva incaricato Ludovico Mortara (figlio del rabbino di Mantova Marco Mortara, allora Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, in seguito ministro Guardasigilli) di stendere una relazione sulle cause dell’abnorme crescita della spesa pubblica. In sostanza Mortara aveva indicato nell’istituto dell’arbitrato previsto fra le clausole d’appalto, il conferimento di un potere abnorme e ingiustificato proprio agli arbitri nominati dall’Avvocatura erariale. I vizi del 1913 non erano poi così diversi da quelli di cui soffre oggi la politica italiana (per inciso, nonostante i consigli di Mortara l’arbitrato negli appalti pubblici fu eliminato solo nel 1962). Mortara elencava con dovizia di cifre i compensi erogati soprattutto agli arbitri, e spesso li indicava come non dovuti. In particolare se la prendeva con le importanti indennità di trasferta erogate ad arbitri spesso incompetenti che le utilizzavano per “semplici passeggiate in città” e non per sopralluoghi legati alle loro funzioni. A farne le spese – fra gli altri – il deputato di San Daniele del Friuli Riccardo Luzzatto, già volontario garibaldino nel 1860 e più volte eletto deputato (subendo fra l’altro vergognose pressioni antisemite). Ma tant’è, il nostro eroe garibaldino aveva svolto nell’occasione un ruolo piuttosto ambiguo, risultando nel contempo deputato del regno e avvocato della ditta costruttrice in causa con lo Stato, e così la sua carriera parlamentare fu definitivamente stroncata e non poté più essere rieletto. Allora si usava così.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(2 agosto 2013)