Voci a confronto
“La ‘Guerra dei sei giorni’… da allora sono cambiate molte, moltissime cose, ma in fondo non è cambiato nulla. Una mesta, angosciante considerazione, questa, che spesso ci capita di formulare e che adesso, leggendo Pagine ebraiche di luglio, trova una toccante quanto sincera e autorevole conferma”. A scriverlo è su Sette, il settimanale del Corriere della Sera, il giornalista Stefano Jesurum, che racconta così la lettera, datata 1967, del demografo israeliano Sergio Della Pergola, a Ibrahim Washahi, oggi educatore e preside di Um-el-Fahm, vicino a Haifa, e allora suo compagno nel dormitorio dell’Università ebraica di Gerusalemme pubblicata sul giornale dell’ebraismo italiano.
“L’inizio è struggente – scrive ancora Jesurum, citando – «Questa che tu non leggerai è la conclusione di ciò che avrebbe potuto essere un’amicizia ebraico-araba. Avrebbe potuto essere e non è stata che in piccola parte perché, nelle attuali condizioni storiche, ogni tentativo di amicizia vera tra un ebreo e un arabo è destinato a fallire». Il problema era – esattamente così come è anche oggi, ed ecco il motivo per cui la lettera viene riproposta – che uno dei due ragazzi era un convinto sionista, realtà che l’altro rifiutava radicalmente. Quando scoppiò la guerra, Sergio aveva detto a Ibrahim che per lui non ci sarebbe stato problema: «Se vincono gli arabi, tu sei ambo, se vincono gli israeliani, tu sci israeliano. Per me, invece, c’è una sola soluzione possibile»”.
Sempre su Sette, spunti interessanti sono contenuti nell’intervista al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Su L’Espresso la lettera di una studentessa barese denuncia un razzismo diffuso tra i suoi compagni di liceo classico “Molti miei conoscenti infatti si dichiarano spietatamente razzisti, non mancano di fare il saluto fascista e denigrano ogni tipo di diversità, dalla persona di colore all’ebreo, dal povero al cinese, dal musulmano allo zingaro, all’omosessuale. Io non credo che il razzismo si potrà mai debellare completamente, tuttavia la portata di questo orribile fenomeno tra i giovani è spaventosa – scrive Silvia – Si dice che spesso il razzismo nasca da una mancanza di cultura, ma quale luogo rappresenta meglio la cultura – quella umanistica in particolare – se non un liceo classico? Ma guardandomi intorno, per un solo ragazzo impegnato nello studio, nel civile, o semplicemente a vivere in maniera giusta nel suo piccolo, ne vedo mille che fanno tutt’altro”.
Il Venerdì di Repubblica si occupa della mostra dedicata a Erode che sarà visitabile fino a marzo al Museo d’Israele a Gerusalemme.
“Non ci sono alternative alla pace”. L’Osservatore romano riporta le dichiarazioni del presidente israeliano Shimon Peres rispetto ai negoziati in corso con i palestinesi.
(2 agosto 2013)