Time out – Bouvette halal

daniel-funaroIn un’intervista al quotidiano “La Stampa” il deputato del Pd Khalid Chaouki chiede che la bouvette della Camera venga attrezzata anche con cibo halal per i musulmani e che in Parlamento al cappellano venga affiancato un imam. Secondo Chaouki infatti le istituzioni dovrebbero garantire che in ogni luogo pubblico ci sia cibo lecito per la propria religione. Quella che può apparire una richiesta legittima e sacrosanta è in realtà, in uno Stato laico, una pretesa che con le tutela dei diritti non c’entra nulla. Compito dello Stato non è quello di facilitare nel senso proprio del termine gli adempimenti ai proprio credo religiosi, ma semplicemente di non ostacolarli al fine di garantire a ciascuno di vivere la religione come meglio crede. Tradotto, significa che per esempio il diritto degli islamici ad avere nuove moschee sia più che legittimo, ma non che spetti allo Stato costruire di nuove. Questo perché, come spiegava Habermas in in un famoso testo sul multiculturalismo, costringerebbe lo Stato a scegliere quali religioni tutelare e quali no in nome di un principio alquanto ambiguo. Per questo la pretesa di cibo halal e dell’imam a Montecitorio mi sembra assurda e lo avrei pensato anche se il cibo fosse stato kosher e insieme al cappellano fosse richiesta la presenza di un rabbino. Perché sarà un po’ populista, ma forse è il caso di chiederai se davvero di questi tempi il Parlamento, oltre alle gravi incombenze che già deve affrontare, debba provvedere anche a fornire cibo ad hoc per i deputati cristiani, islamici, ebrei o induisti che siano. Così come dovremmo chiederci se davvero è necessario l’assunzione di un Imam o di un Rabbino con costi per tutta la collettività o non sia meglio invece che i Parlamentari il pranzo se lo paghino da soli chiudendo la buvette e che se sentono l’esigenza di parlare con il loro Prete, Imam o Rabbino che sia, invece di farselo assumere dal proprio datore di lavoro, lo Stato, facciano come tutti i cattolici, musulmani ed ebrei di questo mondo che non hanno il privilegio di essere Parlamentari e che lo fanno fuori dal loro ufficio e dagli orari di lavoro.

Daniel Funaro

(8 agosto 2013)