Voci a confronto

rassegnaProsegue, sui giornali di oggi, oltre che su molti siti di informazione sportiva, il dibattito circa la scelta del calciatore della Roma Boriello di adottare come numero di maglia l’88. Come riportato, tra gli altri, da Messaggero e Gazzetta dello sport, il giocatore ha categoricamente smentito un richiamo a significati politici (88, è considerato in ambienti neonazisti l’equivalente dell’acronimo HH, Heil Hitler). A denunciare una preoccupazione nell’ambito della Comunità ebraica romana era stato un articolo apparso sulla versione online del Messaggero, che aveva riportato tra l’altro alcune voci di un forum su Facebook che si presenta come frequentato da gruppi di iscritti. Una preoccupazione da cui la Comunità ha ufficialmente preso le distanze. “La Comunità Ebraica – come viene riportato oggi dallo stesso Messaggero – ha capito e ieri ha subito comunicato di non aver sospettato che la scelta del calciatore fosse di natura politica, tanto meno in riferimento a Hitler. Conosciamo la storia di Borriello e nulla ci fa pensare che possa mischiare il calcio con simboli e idee di stampo nazista. La sua precisazione, via Twitter, ne è testimonianza. Ci auguriamo che il prossimo anno calcistico sia all’insegna della sportività e che episodi di razzismo e antisemitismo che si sono susseguiti nelle ultime stagioni, sugli spalti e nei campi di calcio, vengano debellati”.

Su varie testate (Il Giornale, Repubblica, Corriere tra le altre) invece si discute nuovamente dell’islam milanese, che “non riesce a tenersi fuori dalle polemiche”: i centri islamici hanno invitato all’Arena Civica, per le celebrazioni di rottura del digiuno a cui hanno partecipato più di 10mila persone, il predicatore giordano della jihad Al Bustanji. Il presidente della comunità ebraica, Walker Meghnagi, allarmato, si è augurato “che il sindaco, che è un nostro amico e una persona di valore, voglia prendere le distanze”, come riporta Il Giornale, e la polemica è anche sulla presenza dell’assessore all’educazione, immediatamente attaccato da più fronti.

L’establishment leghista, questa volta con la voce del suo segretario Matteo Salvini, continua intanto a contestare l’importanza del ministero per l’Integrazione, che ritiene “un ente inutile e costoso”, lanciando questa volta – come riporta il Sole 24 ore – l’ipotesi di un referendum per la sua abolizione.

Sul manifesto si racconta come l’edificio che ospitò uno dei primi campi di concentramento nazisti in Europa dell’est potrebbe far posto a un centro commerciale: continuano le proteste dei cittadini di Topovske Supe che ne tengono viva la memoria e stanno esprimendo il loro dissenso, mentre il progetto è che il luogo diventi il più grande shopping mall della regione, capace di attirare clienti dall’intera Serbia.

In Germania intanto (Il Messaggero) sta fallendo la Suhrkamp – fondata da Peter Suhrkamp, che finì in campo di concentramento per il suo rifiuto di piegarsi alla legistazione antisemita e nel ’45, nella Berlino occupata, ottenne dai britannici la prima licenza per una attività editoriale, – la grande casa editrice di Hess e Mann.

(9 agosto 2013)