Ticketless – Scorciatoia n. 75
S’è parlato molto di “muri”. Questa settimana vorrei parlare di un’altra realtà molto presente nella storia ebraica, non solo del XX secolo: i “respingimenti”. Oggi a respingere i barconi di migranti è il governo di Malta. I lettori di questo Ticketless avranno già capito che sono un “buonista”. Non per natura, ma per reazione a uno stereotipo diffuso tanto fra gli storici più giovani del fascismo quanto fra i commentatori dell’attualità. Contro ogni rappresentazione della realtà in cui trovano spazio solo carnefici, lagrime, sangue mi viene sempre in mente la Scorciatoia n. 75 di Umberto Saba, dove si descrive il processo militare contro un ufficiale reo di aver sposato nel 1942 “una signorina ebrea”. Il processo, scrive Saba, durò cinque minuti. Dopo aver letto la sentenza il giudice, battendo una mano sulla spalla dell’imputato, gli disse: “Non hai fatto niente di male. Mi hanno detto invece che tua moglie è molto bella. Adesso ritorna subito da lei; uno di questi giorni sarai richiamato; e saprai la tua destinazione”. Mario Spinella, autorevole esponente del PCI, dopo aver letto questa scorciatoia, si recò da Saba per lamentarsi e spiegargli che tanta leggerezza al partito non piaceva proprio. Meglio “Campo di ebrei” di Giacomo Debenedetti. “In quello sì che si sentivano veramente lacrime e sangue”.
Continuo a pensare che Spinella (e Debenedetti) avessero torto poiché obbedivano a un dogma e Saba bene facesse a difendere la sua libertà di giudizio. “Se il mio raccontino vuole, malgrado tutto, dimostrare qualcosa”, commentava Saba, “dice che noi italiani siamo ancora – con eccezioni tanto più vergognose quanto più eccezioni – uno dei popoli migliori della terra”. Devo ammetterlo: nell’ascoltare le volgarità che negli ultimi tempi si sono sentite contro il ministro Kyenge, l’affetto per Saba rimane saldo, ma il mio buonismo vacilla. Eppure, eppure… il mondo dei militari nella storia d’Italia serba sempre qualche sorpresa positiva. Nei giorni scorsi ho ascoltato interviste a ufficiali della nostra Marina che hanno salvato tanti uomini e donne nel canale di Sicilia, dopo il rifiuto di Malta ad accoglierli. Mi ha colpito la voce di una donna-ufficiale (non ho fatto in tempo ad appuntarmi il suo nome e mi dispiace). Mi ha colpito la dignità con cui ha risposto. Il suo richiamo alla dignità umana, in quanto tale, dice che noi italiani siamo ancora – con eccezioni tanto più vergognose quanto più eccezioni – uno dei popoli migliori della terra.
Alberto Cavaglion
(14 agosto 2013)