Sir Richard e il dialogo sotto rete
Avvicinare popoli e culture attraverso lo sport inteso come momento di condivisione di esperienze e come veicolo di pace. Un tema tornato d’attualità con la visita del Barcellona calcio in Medio Oriente. Nobili gli intenti teorici, non così entusiasmanti i risultati: come noto, sono fioccate polemiche in merito alla scarsa concretezza della missione e non pochi ne hanno denunciato la patina meramente pubblicitaria e commerciale.
Il binomio sport-pace resta però saldo e continua ad essere alimentato da una serie di iniziative meno appariscenti, meno dibattute sui giornali, ma comunque di grande portata e significato. La risposta come sempre arriva dal territorio. Con un protagonista d’eccezione: Cliff Richard, popstar britannica con 260 milioni di dischi venduti in carriera. In un’estate in cui musicisti di mezzo mondo sono stati chiamati al boicottaggio artistico e culturale di Israele, sir Richard – due concerti andati sold out alla Nokia Arena di Tel Aviv – ha scelto di impegnarsi in prima persona investendo nuove risorse nella Nazareth Tennis School, realtà tra le più attive sul fronte dialogico e di cui è tra i principali finanziatori dal 2005.
Molti i risultati che sono stati ottenuti in questi anni: otto scuole tennis aperte nelle zone a più altà densità araba del paese, l’inaugurazione di un centro per la convivenza a Beit Hananya, l’attivazione di alcuni programmi che allo sport affiancano percorsi di reciproca conoscenza.
“Costruire ponti tra comunità è un fatto degno di ammirazione. Per quanto possibile – ha affermato Richard – ho cercato di dare un contributo nello sport che da sempre prediligo. Adesso tocca a loro, a questi giovani tennisti, la mia speranza per un futuro di pace”.
(Nell’immagine Cliff Richard sfida un giovane tennista di Nazareth)
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(18 agosto 2013)