Bagnanti

Tobia_ZeviChe differenza esiste tra i bagnanti di Catania e quelli di Siracusa? Perché gli uni lasciano annegare sei immigrati a 15 metri dalla riva mentre i secondi si lanciano in un’appassionante catena umana dentro il mare, capace di salvare bambini, donne e uomini alla deriva sul barcone? Ovviamente non esiste alcuna differenza ontologica, ma una somma di circostanze che pone le due immagini agli antipodi, la più bella e la più brutta dell’estate 2013.
In particolare credo che sia decisiva una circostanza. Che qualcuno si muova. Una persona, una sola, che rompa quel misto di incredulità, paura, dubbio, incertezza, e si tuffi nell’acqua. Basta quella persona per convincere gli altri, per renderli attori protagonisti di un’azione eroica, umana e naturale e non spettatori inermi e/o disinteressati di una tragedia crudele. Senza scomodare Lenin e l'”avanguardia operaia” é evidente che le dinamiche umane siano avviate da pochi e proseguite da molti. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di essere tra i pochi che orientano le azioni umane verso il bene.
C’entra qualcosa il concetto di “popolo eletto”? Direi proprio di sì. Nella concezione ebraica la testimonianza serve proprio a stimolare negli altri popoli e negli altri uomini quell’istinto buono che é parte di loro, sconfiggendo quella parte malvagia di cui pure nessuno di noi é scevro. La sfida del singolo, e della nostra comunità, é tutta qui. Tuffarsi nell’acqua, sconfiggere la paura, rendere migliori gli altri.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas Twitter: @tobiazevi

(20 agosto 2013)