Voci a confronto
Su Repubblica una panoramica di come la stampa tedesca ha accolto la visita della cancelliera Angela Merkel a Dachau e le polemiche sulla sua scelta di tenere, dopo la visita al lager, un comizio in una birreria. Il quotidiano riporta anche l’intero discorso di Merkel a Dachau.
“Tutto comincia, naturalmente, con la legge Bossi-Fini, la più crudele e stupida di tutta l’Europa (e che l’Europa ha la colpa di non avere mai condannato), con il reato di “clandestinità”, che giuridicamente non può esistere perché è un reato dell’essere qualcosa (come essere ebrei durante il fascismo) e non del fare qualcosa (dai tempi del diritto romano solo il fare è punibile)”. Così Furio Colombo sul Fatto Quotidiano risponde alla lettera di un lettore a proposito degli ultimi episodi di viaggi della speranza verso l’Italia. “Giusto, dunque, complimentarsi e celebrare la “catena umana” dei bagnanti agrigentini, che non hanno esitato a dare una mano. Ma profondamente ingiusto dimenticare le testimonianze dei tanti comandanti di pescherecci che adesso ammettono: “Quando vedevo una barca di profughi alla deriva mi allontanavo perché, in caso di intervento, sarei stato imputato di aiuto all’immigrazione clandestina, avrei perduto il mio lavoro e avrei rischiato il processo – prosegue Colombo – Come per le leggi razziali, ricordiamoci che ci sono stati ‘i giusti’ e i delatori. Oltre ai fascisti (e ora ai leghisti) che hanno fatto e imposto le leggi”.
Libero Milano propone una breve descrizione delle nove associazioni affiliate al Caim iscritte all’albo delle associazioni religiose istituito dal Comune, dopo le polemiche degli scorsi giorni.
Le vicende egiziane ancora in primo piano sui giornali (tra gli altri Giuseppe Sarcina sul Corriere). Sul Sole 24 Ore un’analisi della posizione del premier turco Erdogan, che nel frattempo lancia accuse contro Israele, definendolo responsabile di quanto successo al Cairo (tra gli altri il Tempo). Ancora grande paura per i cristiani copti (Repubblica).
Nel frattempo in rilievo sui giornali il passo indietro dell’attivista tunisina Amina dal movimento delle Femen, accusandolo di essere contro l’Islam e finanziato in modo poco trasparente. “E se dietro ci fosse Israele?” aggiunge Amina (Corriere).
(21 agosto 2013)