discordia…
Quando fu distrutto il Beth HaMikdash, gli angeli del servizio divino hanno chiesto a D-o: “Padrone del Mondo, tu hai comandato nella tua Torah ‘e verserai il suo sangue [di un animale] e lo coprirai con la terra’, ma tu stesso non lo hai messo in pratica, perché ecco che il loro sangue (degli ebrei) viene versato come acqua e non c’è nessuno che lo seppellisca!? Tu hai comandato ‘e sgombrerete la casa’ e solo dopo ‘e il Cohen la renderà impura’, ma ecco che il Santuario e tutto ciò che vi è contenuto è stato interamente dato alle fiamme!? Tu hai comandato ‘la madre e suo figlio non sacrificherete nello stesso giorno’, ma ecco che Channa e i suoi sette figli sono stati uccisi tutti nello stesso giorno!?”. (Midrash Echà Rabbah)
Questo Midrash non riporta le risposte a queste domande. Le quali forse non hanno risposta.
Ma forse possiamo abbozzare un tentativo di risposta sulla base di quanto scritto nel Likutei Torah di Rabbi Chajim Vital e riguardo ad un verso della parashah di Shofetim (Devarim 17, 8): “Quando in una causa ti sarà troppo difficile decidere tra assassinio e assassinio, tra diritto e diritto, tra percossa e percossa, parole su cui si litiga nelle porte delle tue città, ti alzerai e salirai al luogo che il Signore tuo D-o avrà scelto”.
La prima parte del verso si riferisce alla domanda: come è possibile che D-o non faccia distinzione tra il sangue di un animale e quello di un uomo?
La seconda parte si riferisce alla domanda: come è possibile che D-o non faccia distinzione tra il diritto di un animale di non essere ucciso nello stesso giorno con il figlio e il diritto di una madre di non essere uccisa lo stesso giorno con i suoi figli?
La terza parte si riferisce alla domanda: come è possibile che D-o non faccia distinzione tra i danni arrecati alle case della gente comune e i danni al Beth HaMikdash che bruciò con tutto il suo contenuto?
La risposta, anche secondo Ari-Zal, sta nell’ultima parte del verso: “parole di litigio nelle porte delle tue città”. Quando all’interno del popolo ebraico prevalgono le parole di contesa, di litigio, di disputa legata all’odio gratuito, addirittura riguardo alla giustizia nei tribunali (le porte delle città), allora le conseguenze sono irreparabili. Tutto è nelle mani del cielo, tranne il comportamento morale.
Paolo Sciunnach, insegnante
(23 agosto 2013)