Lech Lechà, il nuovo Sud riprende il cammino da Trani
Seconda edizione alle porte per Lech Lechà, settimana di arte, cultura e letteratura con baricentro la Puglia ebraica. Il via agli incontri, promossi e sostenuti dalla Regione, dalla Comunità ebraica di Napoli e dal Comune di Trani e con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, avverrà domenica 25 agosto con l’arrivo degli antichi gonfaloni cittadini davanti alla sinagoga Scolanova. Da allora fino al primo settembre saranno oltre un centinaio gli appuntamenti volti ad avvicinare e sensibilizzare il pubblico pugliese ai grandi temi della Tradizione. Senza dimenticare il contributo che il nucleo formatosi a Trani e dintorni fin da tempi remoti ha offerto in termini di pulsioni economiche, culturali e intellettuali fino all’infamante editto di espulsione che, a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, avrebbe sradicato ogni forma di presenza ebraica dal territorio. Un contributo da riscoprire anche alla luce del crescente interesse che si respira nei confronti di questa identità e sul coinvolgimento di tanti che, di anno in anno, partecipano con sempre maggiore assiduità alle attività che sono proposte nelle differenti sezioni. “Ci saranno più di cento eventi: visiteremo le città vicine e studieremo Torah. Avremo aperitivi con lezioni e dibattiti anche grazie alla presenza dell’imam Yahya Pallavicini. Ci sarà musica con Raiz e proiezioni di film. Cabala e balli di Shabbath in mezzo alla piazza”. Così il direttore artistico del Festival, Francesco Lotoro, nel presentare l’iniziativa nel corso della conferenza stampa svoltasi al Centro Bibliografico UCEI nelle scorse settimane. A manifestare entusiasmo per le nuove prospettive che si aprono sul Meridione ebraico è anche Cosimo Yehuda Pagliara, intervenuto in rappresentanza del rabbino capo di Napoli e del Mezzogiorno rav Scialom Bahbout. “In merito al risveglio dell’ebraismo pugliese i fatti superano le previsioni. Non è più solo la rievocazione di un glorioso passato – ha affermato – ma qualcosa di vivo. Lo Shabbath a San Nicandro arriva ogni settimana. A Sogliano Cavour si vuole restituire l’antica toponomastica di Giudecca. La Puglia ha fenomeni carsici, ci sono zone quasi desertiche dove sotto scorrono fiumi. Noi siamo un fenomeno simile”.
Tornare a guardare avanti
Duemila anni fa la Puglia fu terra di approdo e di illuminata stanzialità per gli ebrei fuggiaschi dalla guerra di Palestina, tratti in schiavitù dalle armate romane. Millecinquencento anni dopo la Puglia è stata testimone dell’espulsione delle sue comunità ebraiche ma non le dimenticò. Si mantennero i sepolcri, le vestigia delle sinagoghe, la toponomastica. Gli ebrei scacciati dalla nostra terra non sono mai stati dimenticati. Oggi si ricomincia a guardare in avanti, a comunicare anche attraverso il veicolo della cultura. Per la Puglia, per questa nostra terra, ciò costituisce un segno
Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia
I valori condivisi
Centoundici eventi in una settimana e sei città pugliesi che insieme a Trani si apprestano ad essere protagoniste di un’occasione celebrativa di ampia risonanza. Si arriva ad abbracciare anche il 950esimo anniversario della promulgazione degli Statuti Marittimi e si conclude con due eventi a Roma. Credo ci siano tutti i presupposti per definire Lech Lechà uno dei più importanti eventi dell’ebraismo italiano in assoluto. L’auspicio è che si riveli altresì un momento ideale per la promozione dei valori dell’interculturalità, da sempre autentica bandiera dell’ebraismo e delle culture del Mediterraneo.
Pier Luigi Campagnano, presidente Comunità ebraica di Napoli
Gli olivi della Vita
Qualcuno parla unicamente dell’ebraismo che fu, di tombe e lapidei sparsi per la Puglia, di comunità ebraiche e sinagoghe pugliesi scomparse. È giusto che se ne parli ma ciò non definisce l’ebraismo nella sua compiutezza. L’ebraismo è innanzitutto Vita, perché l’ebreo crede a tal punto in essa da chiamare i propri cimiteri bathè haChaim – case della Vita. L’ebraismo pugliese non è esposto in alcun museo e gli ebrei di Puglia non riposano in alcuna tomba ma vivono normalmente la loro diversità culturale e religiosa in questa terra che odora degli ulivi di Gerusalemme.
Francesco Lotoro, musicista, direttore artistico di Lech Lechà
Una nuova era di rispetto e dignità
La rinascita dell’ebraismo in Puglia è l’occasione che restituisce alla regione quel contributo che tanto ha dato nel passato e che altro non è se non un’inesauribile fonte di arricchimento della cultura mediterranea. Quando si parla di ebraismo si intende quello che risiede nel cuore e nel coraggio degli ebrei i quali hanno, dopo quasi cinquecento anni, fatto riaprire la sinagoga Scolanova di Trani. Sono stati proprio loro a infondere la speranza che fosse possibile restituire al territorio quella dignità ebraica che le era stata tolta e che, a dispetto delle molte generazioni seguite alla conversione coatta operata dal cristianesimo, avevano mantenuto un pur flebile legame con l’ebraismo. Oggi, dopo la rinascita di Trani, la cultura ebraica si sta sviluppando in tutto il Mezzogiorno. La più grande prova di maturità che l’ebraismo meridionale dovrà affrontare sarà la continuità.
Rav Scialom Bahbout, rabbino capo di Napoli e dell’Italia Meridionale
Il timone vira a Sud
Un ponte tra una sponda e l’altra della terraferma poggia su tanti piloni. Uno dei pilastri fondamentali del ponte che collega Israele e la Diaspora è profondamente piantato nel Mezzogiorno d’Italia che ha a Napoli la sua sede circoscrizionale e il suo cuore pulsante in Puglia, Calabria e Sicilia. Il Mezzogiorno sta conoscendo una rinascita dei valori ebraici senza precedenti. Una nuova Israele dai più ampi confini e che a dispetto delle storiche emigrazioni sociali che tendono a muoversi verso il Nord, predilige il Sud come nuova rotta dell’ebraismo, nuovo porto culturale di approdo al Mediterraneo.
Marco Mansueto Presidente Associazione italo-israeliana per il Mediterraneo
Italia Ebraica, settembre 2013
(23 agosto 2013)