In cornice – A Holon

liberanomeSe volete conoscere l’Israele di oggi attraverso la sua arte, non fermatevi solo a Tel Aviv e a Gerusalemme, e scoprirete inaspettati riferimenti all’Italia. Visitate Holon, cittadina molto ben gestita che si sta ritagliando una sua nuova identità, e soprattutto il suo Museo del Design. Holon era un tipico sobborgo industriale di Tel Aviv, abitato per lo più da operai non specializzati, con sindaci che si preoccupavano di fornire servizi semplici, di base, senza nessuna attenzione agli eventuali bisogni culturali; gli abitanti dovevano soddisfarli altrove. Israele è cresciuta, a Holon l’attenzione verso la qualità della vita è tutt’altra, e l’anima industriale di un tempo sopravvive in qualche fabbrica e soprattutto nel museo del Design. Il personaggio di spicco dell’istituzione non poteva che essere Ron Arad, designer di fama mondiale e quindi star locale. Ha progettato un edificio molto funzionale, squadrato, ma movimentato da una struttura esterna di sicuro effetto, ispirata al Guggenheim di Lloyd Wright ma anche a Foster e ad altre archistar. Quest’estate erano in mostra oggetti di Bruno Munari – uno dei designer che hanno fatto grande la Milano dei decenni passati. Ecco allora la sua ironica “Sedia per viste brevi” con il sedile in pendenza e scomodo, pronto a scaricare in poco tempo chiunque si sia voluto accomodare. Ma soprattutto ecco l’”Ora X”, orologio pensato nel 1945 – un avveniristico figlio del futurismo. Sul quadrante mancano i numeri (incredibile per allora) e le lancette sono diventate due semidischi, uno trasparente e uno giallo, che creano, assieme al semidisco dei secondi – metà rosso e metà azzurro – forme sempre diverse. E’ una scultura in continuo movimento, un oggetto che dà concretezza all’idea che ogni minuto, ogni secondo, è diverso dal precedente e va valorizzato – non trascorso. Dove è finita tutta questa creatività italiana? Ma le radici del design sono qui, ed è un privilegio portarsele dentro, casomai per sfruttarle altrove.

Daniele Liberanome, critico d’arte

(26 agosto 2013)