Lech Lechà – Canto e Memoria
Una grande mizvà è essere sempre nella gioia (Rabbi Nachman di Brazlav). Non finisce mai di stupire la creatività pugliese, ebraica e non. A Trani nella settimana di cultura e musica Lech Lechà è stato eseguito Karussell, un concerto interamente dedicato alla musica cabarettistica scritta nei Lager di Westerbork, Riga e Theresienstadt. L’atmosfera del Varietà e della Revue degli anni ’40 dello scorso secolo è inimitabile: nel sentire quelle musiche e quei canti non sembrava di stare nei campi di concentramento, ma nei migliori teatri europei. Pensare che questa musica sgargiante, istrionesca e spavalda sia stata scritta nei Campi aperti dal Reich da artisti del livello di Willy Rosen, Adolf Strauss, Otto Skutecki e Robert Immanuel Heilbut che sono stati gasati ad Auschwitz, solo dopo poche settimane o mesi dall’aver creato queste musiche, ci deve far riflettere e non già (o non solo) sulle consuete tematiche correlate alla Shoà.
Questa è stata la forza del popolo ebraico; nel momento più tragico della storia gli ebrei non hanno perso la speranza e hanno suonato e cantato in faccia di chi voleva annientarli sia fisicamente che spiritualmente.. E, al contrario di Babilonia, non hanno appeso le proprie cetre, ma hanno intonato un canto bellissimo, l’ultimo canto di un’Europa ebraica che oggi ha trovato casa a Trani.
Scialom Bahbout, rabbino capo di Napoli
(27 agosto 2013)