Qui Firenze – Un anno per rafforzare i legami
Shanah Tovah e vivi auguri a tutto l’ebraismo e a tutti gli ebrei italiani. Nel villaggio globale dove s’incontrano e si mescolano culture e identità è sempre più difficile salvaguardare una identità e sensibilità particolari. Questo è vero e valido anche nell’ambito ebraico. Mentre la cultura ebraica globale si arricchisce di valori e contenuti religiosi e umani, di Ahavat adam, ahavat Torah veyiraat Shamayim, di stili e modalità di vicinanza fra gli ebrei in Israele e nel resto del mondo, e fra loro, figli di Giacobbe e il loro D-io, scudo di Giacobbe, è sempre più difficile coltivare e mantenere identità storiche e locali come quella nostra, l’identità storica religiosa dell’ebraismo italiano. Mi auguro e auguro a tutti noi, membri delle comunità, dirigenti e Maestri, che sapremo e impareremo come affrontare le realtà dell’ebraismo del ventunesimo secolo. Imparando dalle esperienze altrui come crescere culturalmente e avvicinarsi ad Hashem e l’osservanza della Sua legge in ambienti e contesti moderni, coltivando e riedificando allo stesso tempo, e con lo stesso amore e dedizione le particolarità cosi speciali della nostra identità storica culturale e religiosa. Tradizione di saggezza e di cultura, umanistica, aperta e curiosa, di conoscenza e approfondimento secolare dello studio della Torah, tradizione di tolleranza e d’inclusione che permette a ogni ebreo di appartenere e far parte della congrega e il popolo di Hashem. Auguro ai nostri iscritti di sentire ancor più forte questo legame con le loro comunità d’appartenenza e con la Shekhinah di Hashem. Auguro alla nostra leadership, dirigenti laici e religiosi, Maestri e insegnanti di trovare ancor più saggezza per mantenere l’unità delle nostre istituzioni e Batei Din, sforzandosi maggiormente di trovare coesione e unità per poter affrontare assieme al kehal kodesh le sfide del futuro, portando umanità e amore per Hashem in ogni casa e ogni famiglia ebraica. Offrendo alle nostre famiglie e i nostri figli un modello d’un ebraismo forte e valido. Come recita il Pirke Avot: “Hillel affermava: sii dei discepoli di Ahron. Ama le persone e avvicinale (tramite questo amore) alla Torah”.
Kadosh Barukh hu yagen ba’adkhem viyevarekh etkhem, veyosef ‘Alekhem kakhem elef pe’amim, venomar Amen.
Joseph Levi, rabbino capo di Firenze
(29 agosto 2013)