Rosh HaShanah 5774 – Sanremo e tutte le sue voci
Mentre ci apprestiamo ad inaugurare il nuovo anno ebraico con mele intinte nel miele e molte altre leccornie volte a rappresentare benedizioni per un domani sempre migliore, ci concediamo allo stesso tempo di guardarci alle spalle e chiederci cosa, di questo intenso 5773, abbia davvero lasciato il segno. Nel mondo dello spettacolo sono stati tanti quanti i semi di una melagrana gli artisti che hanno tentato il successo, oltre a quelli che hanno cercato a tutti i costi di conservarlo. Fa piacere notare come il 5773, oltre ad essere stato un anno ricco di novità, sia stato anche influenzato fortemente dalla presenza sempre più costante, nonché frizzante, dello Stato di Israele, che non smette di far parlare di sé per un non sempre comprensibile connubio tra vecchio e nuovo, tra tradizione e avanguardia. E proprio in Israele è stata approvata una nuova legge, che si è coraggiosamente posta l’obiettivo di rivoluzionare il mondo dell’industria della moda, ma non solo. Dallo scorso gennaio è infatti vietato in territorio israeliano assumere modelle sottopeso. I dati parlavano chiaro e il governo non ha potuto non prenderne atto: circa il due per cento delle adolescenti israeliane soffre di disturbi alimentari gravi, e lo Stato ha voluto porre un limite all’immagine spesso nociva proposta da molte case di moda, arginando anche l’utilizzo esasperato di software come Photoshop, strumento informatico che consente di modificare immagini, rendendo le ragazze fotografate per gli annunci pubblicitari più magre ed eliminando le imperfezioni dalla loro pelle. Anche la musica ha avuto la sua parte: i palchi israeliani hanno avuto l’onore di ospitare quest’anno alcuni tra gli artisti più popolari al mondo, come Alicia Keys, che ha rifiutato, attraverso una dichiarazione pubblicata sul New York Times, di boicottare lo Stato ebraico, come avrebbero invece voluto alcuni intellettuali attivi in una lotta mediatica e culturale denominata BDS.
L’ebraismo italiano ha poi campeggiato nelle pagine di numerosi quotidiani dello Stivale quando a febbraio, in occasione del Festival di Sanremo, l’artista leader degli Almamegretta, Raiz, napoletano di religione ebraica, si è rifiutato di esibirsi di shabbat. E il Festival si è rivelato ben più di una banale tradizione televisiva a cui gli italiani sono morbosamente attaccati, bensì un’occasione di confronto tra credi differenti, nonché una finestra su Israele, grazie alla presenza come ospiti internazionali della modella Bar Refaeli e del cantautore Asaf Avidan. Quest’ultimo, divenuto molto popolare in Italia grazie alla sua Reckoning Song, ha portato la sua tournée europea da noi per tre tappe, ed è pronto a fare ritorno sui nostri palchi quest’autunno con dei nuovi, attesissimi concerti.
Nota negativa ad aprile a causa di uno spiacevole episodio che ha coinvolto il giovane artista canadese Justin Bieber, in visita presso il museo di Anna Frank ad Amsterdam. L’interprete di Boyfriend, terminata la visita privata del museo, ha lasciato un messaggio sul guest-book dove i visitatori possono scrivere su carta le loro impressioni sull’esperienza trascorsa. La frase, in cui Bieber dichiarava che forse la Frank sarebbe stata una sua fan se non fosse morta in un campo di sterminio nazista, ha scatenato un enorme polverone, tanto che lo staff della Anne Frank House ha tentato (invano) di placarlo giustificando la frase scritta dal ragazzo in quanto «insensibile » ma priva di cattive intenzioni. Dimenticato l’incidente, la stagione estiva è stata portata da un sorriso, quello radioso e genuino di Yityish Aynaw, prima ragazza di origini etiopi ad essere nominata Miss Israele. Meglio conosciuta come Titti – soprannome conciso ed essenziale proprio come il suo carattere – la giovane bellezza è diventata nel giro di un paio di settimana una celebrità. Invitata anche in Italia, è stata intervistata su Rai 1 ed è stata protagonista di alcuni eventi delle nostre comunità ebraiche assolutamente irrinunciabili. Ed è stato col compleanno di Shimon Peres, a cui hanno partecipato superstar come la cantante e attrice ebrea Barbra Streisand e Sharon Stone, che si è concluso un anno magnifico, ricco di progressi, nuovi volti, ma soprattutto di quell’arte che viene dal cuore, che ispira le persone ad essere migliori e che ci induce a sperare davvero in tempi più sereni, per un domani dolce come il miele.
Simone Somekh, Pagine Ebraiche, settembre 2013
(29 agosto 2013)