Qui Ferrara – Un anno ottimista
Le ricorrenze di Tishrì, cariche di significati per ognuno di noi, sollecitano i singoli e la collettività a tracciare un bilancio dell’anno che sta per finire e formulare proponimenti per quello che avanza, il 5774 dell’era ebraica.
Se ci soffermiamo brevemente sulla situazione che ha caratterizzato la vita ebraica degli ultimi mesi non possiamo non cogliervi luci e ombre.
Le Comunità si sono impegnate a promuovere una serie di attività molto variegate in diversi settori della nostra vita associata. Rispetto al passato si possono notare taluni segni di miglioramento nel livello di attenzione nei confronti della tradizione e della partecipazione alla vita delle nostre istituzioni.
Ma, a fronte di tali fenomeni si percepisce anche un aumento della conflittualità interna che si determina talvolta per futili motivi o per ripicche personali. Alla luce della situazione generale del paese e del quadro internazionale non possiamo più permetterci questi atteggiamenti. Rabbini e dirigenti comunitari, a livello locale e nazionale, non sempre sanno interpretare correttamente la situazione o fornire risposte alle esigenze dei singoli iscritti. Anche per questo motivo alcuni vanno alla ricerca di soluzioni alternative in strutture estranee alla tradizione millenaria d’Israele.
Il suono dello shofar caratteristico dei yamim noraim, deve scuotere le nostre coscienze indirizzandole ad affrontare il nuovo anno con ottimismo e sollecitarci i fratelli lontani e indifferenti.
“Im lo achshav ematai”
“Se non ora, quando?”
Luciano Meir Caro, rabbino capo di Ferrara
(30 agosto 2013)