Qui Genova – Un anno di ricerca
Da Rosh HaShanah a Yom Kippur scorrono gli “aseret yemè Teshuvah”, i dieci giorni di Teshuvah, che è il pentimento, è il ritorno alla nostra più autentica identità ebraica, è la risposta a un richiamo del Signore,che sentiamo rinascere nel nostro cuore.
Rabbi Meshulam Zucha di Anipoli – vissuto nel XVIII secolo, una delle figure più importanti nel chassidismo – spiegava la parola Teshuvah come fosse un acrostico, formato dalle iniziali di diverse espressioni, che ne indicano al tempo stesso le vie di realizzazione.
Le lettere che compongono la parola Teshuvah in ebraico sono Tav- Shin – Vav – Bet – He
Tav – “Tamim tihyeh im HASHEM Elokeha”“ (Devarim,Deut.18,13).”Sii integro con il Signore tuo D.O”. Richiamo ad un atteggiamento di fiducia verso tutto ciò che il Signore ci riserva nella vita.
Shin – “Shivviti HASHEM lenegdì tamid” (Tehillim, Salmo 16,8) “Ho posto il Signore davanti a me sempre.” SentirLo vicino e presente accanto a noi in ogni momento.
Vav – “Veahavtà lereachà camokha” (Vaikrà,Lev. 19,18) Desidera il bene del tuo prossimo come per te stesso.
Bet – “Bechol derakhecha daheu” “ConosciLo in tutte le tue vie” (Mishlè, Prov.3,6). Ogni evenienza della nostra vita può essere un’occasione per riconoscere D.o.
He – “Hatznea lekhet im HASHEM Elokeha” (Michà 5,8). “Procedi con umiltà con il Signore tuo D.o”. Disporci a eseguire le Mizvot, i Comandamenti del Signore, mantenendo un comportamento di modestia e riservatezza.
Che il nuovo anno 5774 possa essere un anno di sincera Teshuvah per il popolo d’Israele, che il riavvicinarci al Signore si rifletta nel nostro modo di agire, nelle nostre parole e nei nostri sentimenti, che sia di un anno di ricerca di D.o da parte di tutta l’umanità.
Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova
(3 settembre 2013)