Un anno per la libertà
La festa ebraica del Rosh haShanah, il Capodanno, celebra la creazione del genere umano. Dio stesso plasmò il primo uomo, Adamo, e la prima donna, Eva, a propria immagine e somiglianza e poi infuse loro la vita. Se l’umanità ricordasse e riflettesse sul profondo significato che è insito nella comune discendenza dagli stessi progenitori e quindi sullo stretto vincolo di fratellanza che la unisce forse sentirebbe quanto sia ingiustificabile qualsiasi forma di violenza, di sopraffazione e di discriminazione. L’inizio di ogni nuovo anno comporta per tutti il dovere di compiere una profonda, onesta e rigorosa introspezione rivolta a prendere coscienza degli errori, delle ingiustizie e dei torti che, anche involontariamente, siano stati commessi.
Questo processo di purificazione interiore deve essere compiuto da ogni essere umano, non per sottoporsi a una sterile afflizione ma per correggere i propri errori, per porre rimedio – per quanto è possibile – alle loro conseguenze e soprattutto per evitare di ripeterli. Questo anelito alla giustizia e alla solidarietà assume un ruolo e una funzione ancora più importante nei momenti di crisi e di pericolo quando gli effetti negativi si presentano amplificati e vanno inevitabilmente a colpire gli strati più deboli e più poveri della società. Quanto più l’umanità si allontana dal grande disegno originario di fratellanza, tanto più vengono compromesse le possibilità di realizzare quell’epoca di pace universale alla quale espressamente aspirano le grandi religioni. Questo fine può diventare irragiungibile se non vengono da tutti accettate e rispettate le diversità evitando il pericolo che prevalgano spinte di natura fondamentalista e integralista. Il fondamentalismo e l’integralismo sono tendenze proprie di chi, acriticamente, attribuisce alle proprie concezioni e alle proprie opinioni un valore assoluto e dominante; sono caratterizzate da una impostazione monoculturale che, spesso, si traduce in atteggiamenti di separazione e isolamento rispetto a persone o a gruppi aderenti ad altre fedi e culture e frequentemente degenerano in atteggiamenti aggressivi quando si propongono di indurre o costringere altri alla conversione al proprio sistema di idee e di valori. La diffusione, in varie parti del mondo, di simili ideologie ha prodotto e seguita a produrre disastrose conseguenze come il razzismo, il terrorismo e il disprezzo per la vita umana.
Un sicuro progresso potrebbe nascere invece dall’effetto combinato di due elementi: la valorizzazione e l’approfondimento di patrimoni etici e culturali dei diversi popoli e l’adozione di un comune codice di comportamento fondato sulla pari dignità e sul reciproco rispetto. Questo sarebbe un grande risultato e auspichiamo che possa essere raggiunto, per il bene di tutti, in questo anno 5774 che sta per iniziare.
Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
(4 settembre 2013)