Qui Assisi – Sui pedali per la Memoria
Da Terontola ad Assisi, sulle strade in cui Gino Bartali fu staffetta di documenti falsi per la dignità dell’uomo e contro la barbarie del nazifascismo. Per il quinto anno consecutivo, grazie all’impegno dell’instancabile Ivo Faltoni, centinaia di ciclisti e amatori da tutta Italia (ma non sono mancate le presenze straniere) hanno preso parte al ciclopellegrinaggio dedicato a Bartali “postino per la pace”.
Una passeggiata a due ruote che ha voluto rendere omaggio al coraggio dimostrato dal campione di Ponte a Ema in favore di ebrei e perseguitati politici negli anni più bui del Novecento. Una grande storia di coraggio, continuamente alimentata dalla riscoperta di tasselli di un mosaico che va sempre più ricomponendosi in attesa di un pronunciamento della commissione dello Yad Vashem preposta all’assegnazione del titolo di Giusto tra le Nazioni.
La partenza dalla stazione ferroviaria di Terontola dove lo stesso Faltoni, nel 2008, ha fatto apporre una targa commemorativa in cui si legge “Qui Gino Bartali, grande campione di ciclismo, fermò più volte l’allenamento nel tratto Firenze-Assisi negli anni 1943-1944 per aiutare uomini vittime della persecuzione razzista e ideologica durante la seconda guerra mondiale”.
Sotto l’alto patronato della presidenza della Repubblica, numerose le realtà del mondo istituzionale e associativo che hanno sostenuto l’iniziativa. In primis la Fondazione Gino Bartali Onlus presieduta dal figlio di Ginettaccio, Andrea Bartali, protagonista in queste settimane di numerosi appuntamenti dedicati alla memoria del padre e alle sue imprese esterne al contorno agonistico. Dalla partecipazione al festival francescano di Rimini, evento durante il quale è previsto un momento di riflessione sulla figura del corridore, fervente cattolico, alla presentazione della biografia “Gino Bartali, mio papà” in occasione dei prossimi Mondiali di ciclismo di Firenze.
Adam Smulevich
(8 settembre 2013)