Settembre 1938
Immaginiamo di essere nel settembre del 1938, settantacinque anni fa. Leggi razziali appena annunciate. Saremmo capaci di essere lucidi, di comprendere la tragedia imminente e la serietà della minaccia?
E oggi, saremmo in grado di agire con prontezza e lungimiranza di fronte a qualcosa di veramente grave all’orizzonte?
Sapremmo vincere la natura tendenza dell’essere umano a pronosticare il bene e a scansare la prospettiva del male?
É possibile rimanere vigili senza chiudersi, senza isolarsi, senza perdere curiosità e attenzione per il prossimo, senza leggere con paura ciò che accade fuori dalla nostra intimità e dalla nostra comunità più prossima?
Anche in queste domande c’è, a mio avviso, quel senso di sospensione così umano di cui abbiamo parlato a proposito del Kippur.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas Twitter: @tobiazevi
(17 settembre 2013)