Nugae – Jewtopia

matalonNelle puntate precedenti: alcune principessine ebree capricciose e non più di primissimo pelo cercano disperatamente un marito abbastanza ricco e abbastanza stupido da poter soddisfare ogni loro folle richiesta. Ebbene, pochi mesi dopo l’inizio del reality Princesses: Long Island, è stato individuato qualcuno che cerca ossessivamente proprio loro. Perché, per ora solo nei cinema di poche fortunatissime città statunitensi, proprio due giorni fa è uscito nei cinema Jewtopia, la trasposizione cinematografica dal cast prestigioso di una pièce teatrale che ha riempito i teatri off-Broadway per ben sei anni. La storia ha come protagonisti una coppia di amici d’infanzia, uno ebreo e l’altro cristiano. Che si chiama Christian, ça va sans dire, nella vita fa l’idraulico, perché giustamente chi troverebbe mai credibile che un non ebreo laureato al college possa fare l’avvocato, e desidera ardentemente trovarsi una moglie ebrea abbastanza dittatoriale da poter annullare completamente la sua capacità di intendere e volere. E quando la incontra si presenta come Avi Rosenberg, brillante medico e sottoposto entusiasta. Per mantenere vivo l’inganno ha però bisogno dell’aiuto del suo vecchio amico Adam, che gli spieghi come si comporta un vero ebreo. Così il poveretto, che naturalmente è dotato di ebraico nasone, si trasforma in un perfetto Cyrano, grazie ai cui esperti consigli Christian impara a essere jew, con paroline in yiddish e ordinazioni complicate al ristorante, e a fare finalmente la fatidica domanda alla sua bella e tirannica Alison: “Vuoi prendere tutte le mie decisioni per il resto della mia vita?”. Nel frattempo Adam conferma gli stereotipi, alle prese con una quasi moglie che abbaia indicazioni su come vuole che le si scosti il velo al matrimonio. Dunque, le conclusioni che si possono trarre da questo ammasso di cliché sono due. Una, piuttosto scontata, è che il film non farà tanto ridere, lo preannunciano tutte le recensioni ma è abbastanza lampante anche solo guardando il trailer. L’altra invece è disperante: era ormai appurato che le principesse sono in realtà dei mostri, e va bene che il principe azzurro, intrepido, eroico e possibilmente belloccio, non esiste, si comincia a intuire verso i sette anni. Però se i livelli sono davvero quelli che l’intrattenimento americano dipinge, qua la situazione è tragica.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF

(22 settembre 2013)