Qui Napoli – Storia, Memoria, Cultura
Storia, Memoria, Cultura. È l’assioma che caratterizza la 14esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. In particolare a Napoli, città capofila per il 2013, dove ospite d’onore della manifestazione è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una presenza che arriva in ore particolarmente delicate per il futuro politico dell’Italia e che si intreccia con un altro grande appuntamento – il 70esimo anniversario delle Quattro Giornate di rivolta popolare al nazifascismo – che vive a Napoli in molti eventi e iniziative. A suggello di questo grande incontro il dono al capo dello Stato, da parte di Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Comunità ebraica di Napoli, della riproduzione di una celebre serigrafia di Emanuele Luzzati. Numerose le autorità locali presenti: dal sindaco De Magistris al presidente della Regione Caldoro. Tra gli ospiti anche l’ambasciatore d’Israele a Roma Naor Gilon.
Filo conduttore della Giornata il tema “Ebraismo e natura”. Una sfida che arriva da lontano e che punta a sviluppare lo specifico contributo ebraico alla salvaguardia e alla tutela del creato. Lo spiega, con chiarezza, il presidente UCEI Renzo Gattegna. A Villa Pignatelli, nella splendida residenza che fu della famiglia Rothschild, il presidente dell’Unione sgombra il campo da equivoci e possibili fraintendimenti.
“Questa Giornata della Cultura Ebraica – afferma – non costituisce un generico appello all’ecologia. Dietro un dichiarato amore per il paesaggio, la flora e la fauna, sappiamo tutti troppo bene come possano nascondersi le mostruosità di ideologie feroci e capaci della persecuzione e del genocidio, della distruzione della dignità dell’uomo. Alcuni nazisti, mentre massacravano intere popolazioni, erano noti per dedicarsi all’idillio con la natura e all’amore per gli animali”.
Non è quindi una Natura senza cuore, non è una Creazione senza Giustizia, l’asse valoriale portante. “Ci muove – prosegue Gattegna – l’antico messaggio che gli ebrei si tramandano nei millenni, secondo il quale tutta la Creazione, e l’essere umano che vi sta al centro, devono essere scrupolosamente tutelati e rispettati. Non è una natura disumanizzata, idealizzata e infine strumentalizzata per abbellire e mascherare le brutture create dall’uomo quella che ci sta a cuore, ma è l’equilibrio fra l’ambiente, e la dignitosa, libera esistenza dell’umanità. Un equilibrio che deve necessariamente contemperare salute, progresso economico e libertà”.
La Giornata della Cultura non solo come appuntamento annuale di apertura alla cittadinanza, ma anche come punto di partenza o di transito di un percorso di conoscenza e approfondimento sulla plurimillenaria presenza degli ebrei in Italia. È l’auspicio di Roberto Jarach, vicepresidente UCEI e responsabile organizzativo della Giornata. “Di grande significato – ricorda – è stata per noi la scelta di Napoli come città capofila nel nostro paese per la concomitanza storica dei 150 anni dalla rinascita della Comunità ebraica locale e dei 70 anni delle Quattro Giornate di Napoli, simbolo della ribellione all’occupante tedesco e dell’anelito di libertà che si è poi propagato in tutta Italia fino alla Liberazione nel 1945”. Questa scelta, continua Jarach, “vuole anche essere testimonianza della vitalità ritrovata dall’ebraismo nel meridione d’Italia dopo gli oltre 3 secoli di silenzio che erano seguiti ad un lungo periodo di vivace presenza culturale con centri di studio di primaria importanza”.
A fare gli onori di casa il presidente della Comunità ebraica di Napoli Pierluigi Campagnano. “In questo mese – spiega – decorrono i 70 anni dall’armistizio del ’43, dallo sbarco alleato a Salerno, e sopratutto dalla Quattro giornate di Napoli, senza le quali probabilmente questa Comunità non sarebbe qui. Ricorrono inoltre i 150anni dalla fondazione o, per meglio dire rifondazione, della nostra kehillah. Kehillah che ha visto la rinascita di un primo nucleo proprio tra queste mura. Essere qui oggi a Villa Rotschild è difatti per noi un simbolo, e voglio per questo ringraziare il soprintendente Vona, la direttrice Pagano e tutto lo staff della Villa, per la preziosissima collaborazione”.
Quella di Napoli, ha concluso Campagnano, “è sì una comunità piccola, ma protesa verso il futuro” con l’anno a venire “che sarà costellato di appuntamenti, mostre, conferenze, per celebrare i 150 anni e far meglio conoscere sul territorio la nostra realtà”.
Di grande profondità l’itinerario storico tracciato da Sandro Temin, vicepresidente della Comunità partenopea e consigliere UCEI. Si parte infatti dalle origini dell’insediamento ebraico napoletano per arrivare ai giorni nostri. Una storia che ha in Villa Pignatelli una delle sue tappe principali: è qui infatti che germogliarono i semi della rinascita ottocentesca. In conclusione di intervento un omaggio alla figura dell’ex presidente Jacob Sacerdote che, in occasione del Centenario del 1963, si era espresso – con parole sempre attuali – nel seguente modo: “Sappiamo che la nostra Comunità, come le Comunità consorelle italiane, opera in un Paese nel quale i principi della libertà e della uguaglianza fra i cittadini non sono cose vane ed in cui la coscienza comune di queste verità ha preso rinnovellato vigore dai sacrifici della Resistenza e dalla Carta Costituzionale che essa ha elargito”.
“A 150 anni dalla fondazione – il commento di Temin – la vita ebraica di Napoli ruota ancora intorno alla Sede e alla Sinagoga di Via Cappella Vecchia. In tanti altri centri del Meridione d’Italia stanno rinascendo numerosi nuclei di vita ebraica. Oggi segniamo una nuova pagina della nostra storia, trasmettendo a chi ci seguirà l’ onore che abbiamo ricevuto di celebrare questo anniversario alla presenza del presidente della Repubblica”.
Considerazioni condivise dal rabbino capo di Napoli e del Mezzogiorno rav Scialom Bahbout, che ha ricordato la preghiera ebraica in cui ci si augura, riferendosi ai sovrani, che “il Signore gli conceda di ricoprire la sua carica per lunghi giorni e ispiri il suo cuore e quello dei suoi consiglieri e ministri affinché operino per il bene della collettività”.
“Nonostante la riluttanza mostrata com’è noto dal presidente Napolitano – ha affermato Bahbout – il Parlamento ha provveduto a prolungare il suo mandato e tutti noi siamo testimoni di come il presidente operi giorno per giorno per il bene del Paese sia direttamente che indirettamente attraverso i suoi consiglieri. Come minoranza, non possiamo certamente dimenticare le dichiarazioni più volte fatte contro l’antisemitismo e le forme subdole che si mascherano dietro l’antisionismo che tende a delegittimare il diritto all’esistenza in pace dello Stato d’Israele”. Tutto ciò, ha commentato, “in perfetta sintonia con le dichiarazioni più volte fatte contro ogni forma di razzismo e di discriminazione fatte in varie circostanze, per la difesa dei diritti di ogni popolo e di ogni minoranza a vivere in pace”.
Conclusi gli interventi ufficiali, l’inizio degli incontri. A Villa Pignatelli, tra gli ospiti più attesi, il biblista Erri De Luca. Nel pomeriggio l’attenzione si dividerà con le strutture comunitarie e con la sinagoga di via della Cappella Vecchia dove sono in programma numerose iniziative. In serata grande concerto di musiche ebraiche con Raiz, i Radicanto e la Knorrband.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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(29 settembre 2013)