Qui Firenze – La corsa di Gino

bartali fiL’allestimento con teli colorati che doveva scandire il percorso delle diverse aree – carta, organico, plastica e vetro – mostra le sue onde colorate che portano allegria. Piove, anzi diluvia. Gli spazi esterni, gli stessi spazi protagonisti dell’estate del Balagan Cafè, sono quindi inutilizzabili.
Non importa, si ricorre al piano B, un’occasione per far vivere l’interno: la yeshivat margulies, l’atrio della sinagoga, lo spazio dietro le panche. Tanta gente, che non si lascia scoraggiare dal maltempo e dalle difficoltà logistiche legate ai Mondiali di ciclismo.
Tra le iniziative di maggior successo il laboratorio dedicato alla scrittura e calligrafia ebraica con il sofer Amedeo Spagnoletto, che ha insegnato a grandi e piccini a tracciare le lettere, con una penna d’oca, sulla pergamena. Apprezzato anche l’intervento del rabbino capo rav Joseph Levi sul rapporto tra natura, uomo e divinità nell’ebraismo e le altre conferenze tenutesi durante la Giornata: da Shaul Bassi, che ha parlato di “ebrei postmoderni” a Wlodek Goldkorn, intervenuto sul tema dell’identità ebraica, al rabbino Gianfranco Di Segni, che ha parlato più specificamente di ebraismo e natura.
Protagonista del pomeriggio la cantante Miriam Meghnagi, che ha proposto canti tradizionali e nuove interpretazioni, attingendo sia al repertorio yiddish che a quello sefardita. Nello stesso spazio è stata successivamente portata in scena la performance artistica “Quanta strada ha fatto Bartali” con regia di Nicola Zavagli e accompagnamento musicale della Balagan Cafè Orkestar (nell’immagine). La serata è stata introdotta dal presidente della Comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli.
In sala anche Andrea Bartali, figlio del ciclista. “Uno spettacolo davvero emozionante”, ha commentato.

(30 settembre 2013)