Ferramonti, il campo sospeso
Fu il più grande campo di internamento allestito dai fascisti in Italia con l’entrata in guerra a fianco
della Germania. Per oltre tre anni residenza forzata per migliaia di ebrei, apolidi, slavi e oppositori del regime, Ferramonti di Tarsia è il perno attorno cui ruota il documentario “Ferramonti: il campo sospeso” di Cristian Calabretta. Dal giugno 1940, mese di apertura del campo, fino alla liberazione datata settembre 1943: a prendere forma sono ricordi e situazioni attraverso la viva voce di alcuni internati. Tra gli altri Jakob Klein, 97 anni, che alla sua detenzione a Ferramonti ha dedicato un commovente intervento pronunciato in occasione dell’iniziativa For Ferramonti 70X25 svoltasi in aprile al centro Pitigliani di Roma.
Ed è proprio Roma, nella prestigiosa cornice della Sala della Promoteca del Campidoglio, ad accogliere la presentazione del lavoro di Calabretta. Appuntamento lunedì 7 ottobre alle 10.30. Tra gli ospiti il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, invitata in Campidoglio dal presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Leone Paserman. Un segnale d’attenzione molto forte in un momento in cui, spiega Paserman, “i temi dell’integrazione e delle libertà individuali tornano sempre più drammaticamente d’attualità”.
Chiamati ad intervenire anche Gianfranco Bartalotta (Università Roma Tre), Costantino Di Sante (Istituto Storico Pesaro Urbino) e il parlamentare Ernesto Magorno.
(4 ottobre 2013)