Voci a confronto

rassegnaDopo la tragedia consumatasi a largo delle coste di Lampedusa, con il conto delle vittime accertate in continuo aumento, il Consiglio dei ministri ha indetto per oggi il lutto nazionale. Tante le reazioni raccolte sui giornali, provenienti da vari esponenti politici e della società civile. Sul Corriere della Sera Gian Guido Vecchi riporta, tra gli altri, la richiesta del presidente UCEI Renzo Gattegna di un intervento sul piano internazionale “agendo sui punti di partenza di queste fughe disperate” e del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che sottolinea come “la difesa della dignità umana dev’essere in cima all’agenda politica”. Chiede una reazione il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo l’orrore e la vergogna della tragedia, come riporta Repubblica, che ricorda anche le tante voci che si sono levate per chiedere il lutto nazionale, tra cui quella del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Sempre su Repubblica l’appello dell’intellettuale Marek Halter perché l’Europa prenda finalmente in mano la situazione onde evitare stragi come quella consumatasi a Lampedusa.
Roma si appresta a ricordare, a settant’anni di distanza, un’altra tragedia italiana: la deportazione degli ebrei della Capitale. A loro è dedicato il libro della storica Anna Foa Portico d’Ottavia 13 (Laterza editore) a cui Repubblica dedica oggi una recensione mentre Avvenire pubblica un ampio stralcio dell’opera.
Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo riflette sull’intervista fatta alcuni giorni fa dal direttore di Rainews24 Monica Maggioni al presidente siriano Bashar al-Assad. “Stupisce – scrive Colombo – che tutti apprezzino (è giusto) e commentino l’intervista con Assad come se la sua ragionevole esposizione dei fatti fosse accettabile”.
“Una storia che non sta in piedi” così commentava ieri sulle pagine dell’Osservatore Romano Anna Foa rispetto alla rimozione della targa che a Dachau ricorda Giovanni Palatucci, Giusto tra le nazioni e al centro di un’indagine storiografica del Centro Primo Levi di New York. Critiche a cui da spazio oggi l’Avvenire.
“No faremo più tirate antisemite” sarebbe stata questa la promessa di Arnaldo Mussolini, direttore del Popolo d’Italia nonché fratello del duce – riportata su Libero – a Margerita Sarfatti, in seguito a una sua lettera di protesta per il trattamento riservato agli ebrei sul giornale. Una promessa ininfluente di fronte alle pagine della storia.

(4 ottobre 2013)