Carlo Lizzani (1922-2013)

lizzaniLa vita del regista Carlo Lizzani, scomparso ieri, è un intreccio di impegno e passione. Grazia e denuncia. Roma, il liceo Visconti e la persecuzione ebraica durante l’ultima guerra, sono stati protagonisti assoluti nell’esistenza di questo grande uomo che ha scritto un capitolo del cinema italiano. Sembra fatale ed inevitabile prendere in considerazione il momento nel quale ci troviamo, a pochi passi da quel 16 ottobre del quale lui raccontò con la sua fedele cinepresa ne L’oro di Roma, il film del 1961. E proprio qualche anno fa, nel 2009, Lizzani partecipò alla proiezione del suo celebre lungometraggio in occasione dell’anniversario del 16 ottobre all’Università di Tor Vergata, organizzata dal Centro romano di studi sull’ebraismo. La professoressa Myriam Silvera ricorda: “Carlo Lizzani raccontò in una aula gremita, davanti a più di settecento persone, la propria esperienza. Per girare L’oro di Roma dentro il vecchio Ghetto si fece aiutare da moltissimi ebrei romani con cui poi strinse forti legami. Partecipò alla proiezione molto volentieri e mostrò anche le parti che poi vennero scartate dal film. A parlare con lui, Giulia Sermoneta, testimone diretta dei fatti del terribile ottobre 1943. Giulia, proprio come il nome della protagonista dell’Oro di Roma. Alla fine della presentazione, Lizzani fu avvolto da un lunghissimo applauso”. L’impegno dei film di Carlo Lizzani non ha però sempre suscitato consensi: quando uscì Hotel Meina, sulla strage dimenticata degli ebrei a Meina, non tutti apprezzarono le storie d’amore poco realistiche nella cornice drammatica. Lizzani non era solo il documentarista di una Italia passata, ma anche un uomo piantato nel presente della sua città. E del suo liceo, lo storico Visconti che da anni ha prodotto e produce eccellenze italiane. Il regista è stato infatti presidente dell’Associazione Ex Alunni del Liceo Ginnasio E. Q. Visconti. Il collega e amico, Salvatore Scirè, lo ricorda così: “Lizzani è stato un personaggio di rilievo per questo liceo. Eravamo molto legati, l’ho sentito al telefono proprio ieri prima della sua tragica scomparsa. Aveva una mente perfettamente integra dentro un corpo corrotto dagli anni, come il suo carissimo amico Mario Monicelli. Amava moltissimo il liceo Visconti, tanto che in uno degli ultimi incontri ha organizzato una proiezione riservata agli ex studenti del suo documentario Non eravamo solo… ladri di biciclette. Il Neorealismo. E la cosa più commovente è che alla fine dell’incontro è salito sul taxi per tornare a casa e ci ha lanciato un bacio. Non lo aveva mai fatto prima”. Prima di diventare presidente, Lizzani ha ricevuto il Premio Mattonella, un riconoscimento dato anche alla ex direttrice del Museo Ebraico di Roma, Daniela Di Castro z.l., per gli ex studenti che si sono distinti nella carriera. Bruno Piattelli, vice-presidente dell’associazione rievoca: “Carlo Lizzani era un uomo colto ed educato. Rispettato da tutti e coerente. Sapeva trattare la violenza senza essere mai volgare ed era di una modestia rara. Legatissimo al liceo Visconti, ci ha mostrato il suo ultimo documentario in anteprima assoluta”. Conclude poi: “L’associazione è semplicemente un gruppo di amici ed ex compagni di scuola, quello che ci preme è coinvolgere le nuove generazioni di studenti che ogni anno continuano a darci grandi soddisfazioni”. Carlo Lizzani in continuo movimento tra la sua città, la storia italiana e i banchi di scuola.

Rachel Silvera

(6 ottobre 2013)