Se una notte d’inverno una ventenne
Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col computer capovolto, si capisce. Certo, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovarla. Comunque poi premi il tastino, accendi il computer, lo lasci caricare e ti lanci, timoniere esperto, nel mare indistinto e affollato di Internet. Ah se Italo avesse solo immaginato! Ti sei fatto largo nella rete attraverso il fitto sbarramento degli Articoli Che Non Hai Letto che ti guardavano accigliati dalle pagine e dalle colonne cercando d’intimidirti. Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro si estendono per ettari ed ettari gli Articoli Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, gli Articoli Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, gli Articoli Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Esser Stato Scritto. E così superi la prima linea di baluardi e ti piomba addosso la flotta degli Articoli Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono. Superi tutti gli altri reggimenti possibili e immaginabili e alla fine approdi sull’isoletta del Nugae di questa domenica. Vedi, se una notte d’inverno una ventenne vagamente grafomane, che si crede un po’ Catullo un po’ Calvino, riceve la possibilità di avere una pagina bianca virtuale tutta per sé tutte le settimane, non se la lascia scappare. Quello spazio candido e prezioso lo riempirà di quello che le passa per la testa e davanti agli occhi, e non sa in che schiera metterai i suoi articoli, caro Lettore, ma tanto le sei simpatico in ogni caso. E se una notte d’inverno, che in realtà è autunno ma tanto sembra inverno, si rende conto, ormai ventunenne da un bel po’, che è passato un anno senza che nemmeno se ne fosse accorta, senza che ancora abbia finito la dieta e si sia trasferita a Parigi e abbia cambiato la sedia della scrivania e grandi cose di questo genere, e che è arrivata al cinquantaduesimo, si butta sull’autocelebrazione. Perché tanto a diventare Miss Italia ha rinunciato in seconda elementare, e nella seppur remotissima eventualità in cui non dovesse vincere un Nobel, conviene cogliere l’occasione per fare discorsi solenni. E tu Lettore, seduto, sdraiato, raggomitolato o coricato da qualche parte, spero che continui a sorridere della sua follia.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(6 ottobre 2013)