Qui Ferrara – Una settimana di informazione
Un numero di visitatori notevole anche quest’anno ha raggiunto la città per la settima edizione di Internazionale a Ferrara – non più solo “un weekend con i giornalisti di tutto il mondo” – e nonostante il tempo inclemente la partecipazione è stata intensa e decisamente appassionata. Un anno dopo l’altro l’appuntamento è cresciuto, e nei quattro giorni di incontri, conferenze e dibattiti la cittadina estense si è trasformata in una sorta di redazione allargata, che ha visto coinvolti giornalisti di quarantacinque testate, provenienti da trenta paesi, quattro continenti. Gli argomenti sono stati i più vari, dalla politica all’attualità, dal futuro dell’informazione alla letteratura, senza dimenticare la sezione documentaristica, da sempre uno dei cuori della manifestazione. E a tutti gli incontri, come per mostre, concerti e laboratori per bambini, code pazienti di persone hanno atteso di poter riempire le sale, letteralmente inseguendo gli eventi, visto che nel fine settimana l‘organizzazione è riuscita a salvare tutto solo spostandoli da uno spazio all’altro, per non far saltare a causa della pioggia tutto quello che era stato organizzato all’aperto.
Questa edizione, che segna anche il ventesimo compleanno del settimanale d’informazione, fondato nel 1993, ha puntato l’attenzione soprattutto sui diritti: dal diritto alla vita per le migliaia di persone in fuga al diritto d’opinione e cronaca rivendicato da chi in quei paesi combatte per affermare la propria libertà contro il controllo dei regimi. Si è parlato di diritto internazionale in merito alla confusa situazione siriana: l’opportunità o meno dell’intervento dell’occidente, il temporeggiare di Obama, l’interventismo francese, l’ostruzionismo russo ma soprattutto la stanchezza dell’opinione pubblica rispetto ai discorsi sulle guerre giuste.
Altro temi forti le migrazioni, l’Europa, le diseguaglianze sociali, la frattura che continua ad allargarsi tra ricchi e poveri, e forse è stato questo è il vero leitmotiv della rassegna ferrarese.
In un mondo scosso dalla crisi internazionale, con i giovani sempre più penalizzati, il panorama sembra farsi ancora più scuro. Dopo il festival la sensazione che resta, come ogni anno, è che ci sia molto da cambiare, moltissimo lavoro da fare per riuscire a dare futuro e speranza alle prossime generazioni, ovunque.
Avere l’occasione di sentire gli interventi di Natalie Nougayrède, prima donna al vertice di Le Monde, che ha chiuso il festival o di Nate Silver, lo statistico americano diventato celebre per aver previsto la vittoria di Obama, oppure assistere alla premiazione di Chouchou Namegabe, la giornalista congolese che quest’anno ha ricevuto il premio Anna Politkovskaja per il giornalismo d’inchiesta o alle appassionate parole di Mona Eltahawy, l’attivista egiziana che è giornalista ed ha denunciato le violenze della polizia dopo essere stata arrestata a Piazza Tahrir, questo è Internazionale a Ferrara. Che oltre a proporre quattro giorni pienissimi di contenuti quest’anno si è impegnata molto concretamente anche su un altro fronte: molti incontri sono stati tradotti in Lis, la Lingua italiana dei segni.
a.t. twitter @atrevesmoked
(7 ottobre 2013)