Tea for two – Caffè
Se c’è una cosa che caratterizza il jewish mood, quella è la smodata passione per i caffè, luoghi dal fascino tostato. La cultura ebraica da sempre nasce davanti a tazze fumanti e banchi di legno, da Odessa a Parigi passando per Berlino.Tanto che Israele è diventata una delle patrie incontrastate di tavolini e sedie di ferro battuto. Dal bar della scuola Batsheva con ballerini che si stiracchiano al caffè Hillel con rabbanim che agitano vorticosamente le mani per spiegare il loro punto di vista. “Come farò a diventare una ebrea da caffè?” mi sono chiesta in un mare di disperazione. Lo voglio bello, eco-friendly, economico e saporito. Preferibilmente non sposato. Vorrei poter parlare con i proprietari e diventare loro amica. Vorrei essere una Claudio Magris in gonnella e assiepare tavolini di carta, libri e computer. E proprio mentre sto per abbandonare la capitale, la mistica visione: eccolo. Bello, pulito, vicino, luminoso; ma, ahimè, è shabbat. Passa la serie infinita di moadim e mi faccio strada. Grandi falcate, sicurezza, muso duro. Bingo. Nella Trastevere più bella con tanto di centro benessere e soprattutto senza troppa pressione sociale. Tanto radical che non lo nomino nemmeno, va scovato; solo coì si può amare davvero. Ed hanno pure la mia marca di the preferita. Se decidono di fare menù kasher è fatta. Sarà per sempre.
Rachel Silvera, studentessa
(7 ottobre 2013)