responsabilità…

Dio si rivolge ad Avraham con le parole Lekh Lekhah. Quest’espressione è di difficile traduzione, letteralmente vuol dire “Vai per te”. Rashì spiega questo “per te” come un invito ad abbandonare la sua terra per andare in Terra di Canaan per il suo bene, perché solo in Eretz Canaan avrebbe avuto una discendenza e avrebbe diffuso il suo insegnamento. Sembra un po’ poco, che tutto si riduca a un vantaggio personale.
Avraham è un personaggio straordinario, è il primo educatore della storia, porta un cambiamento radicale nel mondo in cui vive. Eppure secondo Rashì Dio sottolinea che l’ordine che gli dà è a suo vantaggio. Forse quello che ci vuole insegnare Rashì è che prima di occuparsi del resto del mondo dobbiamo occuparci di noi stessi.
È stato pubblicato recentemente un sondaggio estremamente preoccupante sul livello di assimilazione dell’ebraismo americano. Quando si parla di assimilazione si richiamano spesso le nostre responsabilità nei confronti dei nostri figli e del popolo ebraico. Forse sarebbe il caso di partire dalla responsabilità che abbiamo nei confronti di noi stessi.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano

(11 ottobre 2013)