Nugae – The newsroom
Anche giornate al culmine dell’attività passate in tuta con la morbida felpa del liceo possono portare emozioni forti: mentre il televisore resta acceso per inerzia, la scoperta di una nuova serie tv. È appena arrivata in Italia The newsroom, l’ultima creazione di Aaron Sorkin, che racconta la vita sempre sul filo del rasoio della redazione di un notiziario televisivo statunitense. Forse una sola puntata è un po’ limitata per dare un giudizio, ma quando è amore a prima vista c’è poco da fare. Perché The newsroom ha tutta questa serie di caratteristiche che possono essere definite col termine tecnico di cose carine. Intanto le notizie su cui i personaggi si azzannano sono quelle di eventi realmente accaduti un paio d’anni fa, il che fa sentire più partecipi e conferisce al programma un alone piacevolmente didascalico, anche se un po’ retrospettivo. È innegabile che sia davvero interessante poter vedere da vicino certi meccanismi del giornalismo televisivo, specialmente perché conditi con il giusto mix di storie d’amore tormentate e promettenti sguardi truci. E poi c’è lei, Maggie, una ragazza alle prime armi la cui bravura è intralciata da un’adorabile goffaggine, che porta a cavi tirati, oggetti caduti e figuracce finora abbastanza rimediabili ma inevitabilmente buffe, tipo qualche problema con il mettere in attesa al telefono. C’è quella appagante sensazione di immedesimazione e affinità, specialmente per chi ha potuto provare sulla propria pelle che l’attesa del telefono è un nemico dei più insidiosi per la dignità, una grande lezione di vita. Infine, fra un episodio di Glee e uno di Girls, guardare una serie il cui centro non siano fanciullette in preda ai sentimenti forse dona qualche speranza di sembrare una persona, se non credibile che è chiedere troppo, quanto meno adulta. Ecco, poi naturalmente The newsroom non ha avuto solo recensioni così entusiaste, anzi è stata criticata per molti motivi, con un certo tasso di acidume da dibattito politico-storico-sociale. Ma che importa, a parte che un po’ di diatriba aggiunge fascino, in ogni caso qua nessuno ha la pretesa di parlare di cose serie. Anche se ora ci sta proprio bene un pensiero della bella giornalista in carriera dal nome assonante MacKenzie McHale: “Quando non c’è informazione o, ancora peggio, c’è un’informazione sbagliata, questo può portare a decisioni disastrose, che sovrastano tutti i tentativi di dibattito vivo. Ecco perché produco notizie”. Che bello, ci sono anche le frasi ad effetto.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(20 ottobre 2013)