“Smanie di protagonismo sul caso Priebke. Testimoniamo Memoria viva e valori vivi”
“Il caso Priebke ha risvegliato molte malsane smanie di protagonismo”. Questa la valutazione del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in un’intervista al quotidiano La Repubblica che stronca sul nascere ogni ulteriore speculazione basata su questa vicenda. “Le condizioni tempestivamente espresse dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che rappresenta i valori e le istanze degli ebrei italiani nei confronti delle istituzioni e della pubblica opinione – si legge inoltre in una dura nota emessa dalla Presidenza UCEI ieri in serata – sono state ben comprese e accolte. Le legittime istituzioni dell’ebraismo italiano non hanno chiesto, all’indomani della scomparsa dell’ex SS, niente di più e niente di meno e hanno trovato piena rispondenza nelle autorità civili e religiose, oltre che nella pronta reazione di tutta la società civile. Non si illudano ora i provocatori di professione che sperano di fare del caso Priebke un’occasione di notorietà”.
Il presidente dell’Unione, nell’intervista, denuncia come questa e altre vicende corrano il rischio di condizionare gravemente il messaggio di testimonianza dei valori dell’ebraismo italiano, l’autentica missione delle istituzioni ebraiche.
“La verità – spiega Gattegna – è che questi provocatori vorrebbero impedirci di parlare dei valori vivi dell’ebraismo che non possono essere soltanto richiamati per episodi di cronaca nera o per inutili provocazioni”. Compito dell’Unione, sottolinea, non è infatti quello di occuparsi esclusivamente “degli sconfitti dalla storia, dei negazionisti e dei neofascisti”. Il giornale mette in rilievo anche come il presidente dell’Unione abbia scelto di intervenire evitando di chiamare in causa direttamente individui che a vario titolo, in nome della famiglia del criminale, hanno tentato di conquistare l’attenzione dei mezzi di comunicazione.
Al giornalista Gabriele Isman, che lo sollecita a espremirsi nel merito di una polemica che si trascina da giorni, Gattegna ribadisce che questo non dipende dalla volontà delle istituzioni che rappresentano l’ebraismo italiano e aggiunge: “La giustizia ha fatto il suo corso, è morto un uomo che ha torturato politici antifascisti in via Tasso e ucciso alle Fosse ardeatine dove 70 delle 335 vittime erano ebree. Le Fosse sono un lutto italiano, non soltanto della comunità ebraica”.
Nell’intervista Gattegna conferma inoltre i contatti con le massime autorità dello Stato e con il Quirinale. Un’intesa che ha consentito di risparmiare alla città di Roma l’affronto di assistere a celebrazioni in onore del criminale ora scomparso.
(21 ottobre 2013)