sollecitazioni…
“Io l’ho preferito “perché solleciti i suoi figli” e la sua gente dopo di lui affinché osservino la via dell’Eterno…” (Genesi 18:19)
Rabbì El’azar da Worms detto “Roqeach” (1176-1238) sottoinea che nell’espressione “asher yetzawè et banaw” (perché solleciti i suoi figli), le lettere finali dei vocaboli formano la parola Torah. Non solo, ma Rav Chydà – riprendendo questo insegnamento – aggiunge che il valore numerico delle parole “asher yetzawè – perché solleciti” è lo stesso di “irat – timore divino” e “ghemilut chasadim – opere di misericordia”. La Torah insegna che attraverso Abramo “saranno benedette tutte le famiglie della terra” e i nostri maestri affermano che “il mondo si regge sulla Torah – insegnamento, sul servizio/timore divino e sulle opere di misericordia” (Mishnà Avot 1:2). La benedizione per “tutti” è proporzionata alla capacità di quei “pochi” di mettere in pratica – veramente – la sollecitazione di Abramo…
Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
(21 ottobre 2013)