Seminare e costruire nell’educazione

wolbeRav Shlomo Wolbe, nato a Berlino e mancato a Gerusalemme nel 2005, è stato protagonista indiscusso della serata organizzata ieri sera dal progetto Kesher presso il Nuovo Centro Diurno Residenza Arzaga, a Milano. Occasione data dalla presentazione della prima traduzione italiana della sua vastissima opera, a cura di rav Roberto Colombo.

All’incontro, moderato da rav Della Rocca, hanno partecipato Sonia Brunetti Luzzati, rav Alfonso Arbib e lo stesso rav Colombo, grande conoscitore ed estimatore di rav Wolbe.

Il volume, “Seminare e costruire nell’educazione”, raccoglie in due lettere i principi fondanti di quello che è stato un grande educatore. Nel corso della serata sono stati presentati e approfonditi dai rabbanim e da Sonia Brunetti, preside della scuola ebraica di Torino.

Partendo dall’idea che “Chi dice: ‘Io ho un figlio’, pronuncia parole dal senso improprio perché i bambini non sono veramente suoi, essendogli stati solo affidati per accudirli e custodirli” e che esiste un processo di crescita spontanea, quella che rav Wolbe chiama fioritura. A ogni bambino deve essere permesso di seguire le proprie inclinazioni, seguendo un’idea di sviluppo naturale, e continuando con le metafore naturali che si ritrovano per tutto il libro e nelle idee dell’educatore. “Un’anima deve fiorire costantemente, non lo dobbiamo mai dimenticare, perciò è nostro preciso dovere considerare le capacità del bambino nel corso delle nostre attività formative.”

Il secondo principio, invece, è di natura molto differente e risiede nell’idea di costruzione, sempre nel totale rispetto delle inclinazioni, dei desideri e delle aspirazioni dei singoli.

“La costruzione dell’uomo invece è frutto dell’abitudine ad un comportamento solido e onesto dettato dall’osservanza dei precetti e da una intensa vita ebraica. Le due cose assieme, la fioritura e la costruzione, l’anima e l’abitudine all’azione, costituiscono una sana educazione.”

Aggiungendo un nota personale, rav Colombo ha raccontato come la decisine di tradurre e pubblicare “Seminare e costruire nell’educazione” sia stata influenzata dalla nascita di suo nipote, che gli ha trasmesso la sensazione di avere una nuova occasione, di poter ricominciare, e lo ha portato a riflettere sul suo percorso di genitore ed educatore, e sugli errori commessi con i suoi figli. I discorsi dei rabbanim e di Sonia Brunetti su crescita, educazione, sviluppo e formazioni erano ieri certamente anche influenzati dal grande lavoro fatto in queste settimane sulla costruzione di un curriculo unico nazionale per le materie ebraiche, che li ha portati a ragionare insieme e confrontarsi su quali siano gli elementi irrinunciabili, e fondanti dell’educazione ebraica. E anche pensando al progetto in corso si possono ricordare le parole di rav Wolbe che ha scritto che anche il processo di costruzione deve procedere passo a passo, un mattone dopo l’altro, per favorire con dolcezza e attenzione la crescita spontanea. Ogni azione ha conseguenze a lungo raggio e con ogni azione viene piantato un seme e questo seme produrrà dei frutti.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(25 ottobre 2013)