Qui Roma – I cent’anni dell’Hashomer
“Chi si preoccupa per giorni, semina grano; chi si preoccupa per anni, pianta alberi; chi si preoccupa per generazioni, educa persone”. Cita Janusz Korczak, lo shaliach da Israele Gilad Peled per riassumere gli obiettivi dell’Hashomer Hatzair nel centenario della sua nascita. Un secolo di storia e di impegno celebrato, con grande partecipazione, ieri al Teatro Parioli di Roma con uno spettacolo e diverse iniziative, tra cui una mostra, una pubblicazione (Hashomer Hatzair – Ledor Vador, raccolta di interviste e interventi di diverse generazioni che dell’Hashomer hanno fatto parte), un’edizione speciale del giornale Daf Hashomer e ancora attività dedicate ai più piccoli arrivando fino agli adulti. “I primi cento anni di vita di questa organizzazione hanno visto, nella tragedia dello scorso secolo, l’evento più bello: la creazione dello Stato di Israele, una rinascita fisica e morale per l’ebraismo” ha ricordato affermato in apertura di serata Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ente che insieme alla Comunità ebraica di Roma (rappresentata per l’occasione dal vicepresidente Giacomo Moscati) ha dato il proprio contributo all’iniziativa.
Movimento sionista nato nel 1913, l’Hashomer Hatzair ha avuto un ruolo di rilievo nell’ebraismo europeo e internazionale: dalla Seconda Guerra Mondiale alla fondazione di Israele, fino alla creazione dei kibbutzim, la Hashomer ha portato i suoi valori di solidarietà e egualitarismo sociale nel mondo ebraico della diaspora e nella società israeliana. “Un movimento secolare come questo muove dalla grande passione e dedizione di giovani e adulti. Ha radici profonde, una pianta robusta e ottimi frutti”, ha sottolineato Naor Gilon, ambasciatore d’Israele a Roma, salutando dal palco un pubblico a forti tinte blu, colore della divisa dell’Hashomer. “La nostra anima e il nostro cuore sono legati a Israele”. Parole di Omer Hamik, responsabile del desk europeo del movimento, che rivendica l’impegno dell’organizzazione all’educazioni delle giovani generazioni alla solidarietà, alla collaborazione e alla pace.
“La realizzazione è stato il filo conduttore di questo evento”, spiega la giovane Tami Fiano, tra i motori dell’iniziativa che ha portato diverse generazioni a condividere insieme valori e principi a cui il movimento è ispirato. “Realizzazione di sé così come di obiettivi comuni, tra cui l’aliya. Tematiche su cui si sono confrontati ragazzi e adulti, dando la loro interpretazione e analizzando le differenze tra le esigenze delle diverse generazioni”. Oltre a questo momento di confronto, sono state create delle iniziative per i più piccoli, una mostra che racconta il centenario, una favola per bambini, un gioco da tavola.
In un clima di festa, nonni, genitori e figli hanno dimostrato attraverso il calore e la collaborazione il senso di comunità e unione che muove l’organizzazione. Un momento di spensieratezza, di ricordi ma anche progetti per il futuro, culminato con lo spettacolo serale, racconto dell’anima e dello spirito alla base dell’Hashomer Hatzair, arrivato in Italia nel secondo dopoguerra e con città cardine Roma e Milano. Un momento di condivisione tra kvutzot dei ragazzi, chaverim (membri del movimento), bogrim e superbogrim per raccontare cent’anni di storia e costruirne altri cento.
(28 ottobre 2013)