Le firme del fumetto con Pagine Ebraiche
“Due sguardi diversi su Israele”. Così l’illustratore Giorgio Albertini cha definito questa mattina, nel corso dell’incontro “Rutu Modan e Guy Delisle, segno e destino ebraico” curato dalla redazione di Pagine Ebraiche al festival Lucca Comics, i lavori dell’israeliana Rutu Modan, autrice del graphic novel La proprietá, appena uscito in Italia edito da Rizzoli Lizard, e del canadese Guy Delisle, autore del fumetto Chronicles from Jerusalem. “Mentre Modan ha una prospettiva interna al Paese e ne mette in luce i processi mentali ed emotivi più profondi, Delisle racconta della sua esperienza di un anno nella cittá israeliana con un interesse giornalistico”, ha evidenziato Albertini. I due fumettisti si sono confrontati nel corso della mattinata stimolati dalle domande del disegnatore e della redattrice di Pagine Ebraiche e del portale dell’ebraismo italiano Ada Treves. “Crediamo molto nell’ultimo libro di Rutu Modan, La Proprietà, che sappiamo che è fra i finalisti per il premio Gran Guinigi e ci auguriamo che la nostra scelta porti fortuna a questa grandissima autrice israeliana così come è già avvenuto con il libro sponsorizzato dal dossier Comics and Jews due anni fa, La Porta di Sion di Walter Chendi, che ha trionfato conquistando il primo premio fra i libri in concorso” ha sottolineato il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura UCEI Guido Vitale.
La Proprietà è la commovente storia autobiografica di una nipote che accompagna la nonna in Polonia, per cercare di riprendere alcune proprietà abbandonate per scappare durante la seconda guerra mondiale. “Non ho voluto dipingere il personaggio di mia nonna come una sopravvissuta alla Shoah, perchè non volevo che interpretasse il ruolo della vittima, a cui spesso si pensa sia permessa qualunque cosa senza incorrere in alcuna critica”, ha spiegato Modan. Un reportage di viaggio, invece, in cui il protagonista è l’autore stesso. Questo è Cronache da Gerusalemme di Delisle. “Ho viaggiato molto e mi sono trovato a vivere in luoghi molto diversi fra loro, fra cui la Corea del Nord, la Cina, la Birmania e Israele, e durante ogni mio soggiorno – ha spiegato – ho preso appunti per non dimenticare quello che mi succedeva, avvenimenti che si sono poi trasformati in spunti per i miei fumetti”. I due disegnatori si differenziano dunque molto anche per il metodo. Modan ha infatti lavorato con un sistema del tutto nuovo, facendo cioè interpretare la sua storia ad attori professionisti prima di disegnarla, per meglio cogliere i segni del linguaggio del corpo. “Uno stile molto cinematografico, perché non fai anche cinema?”, le ha chiesto Delisle. Modan con un sorriso gli ha risposto: “Perché io faccio fumetti!”.
Francesca Matalon