Qui Bologna – Luce e Gioia
Hora Ve-Simcha, ossia Luce e gioia. Non si tratta di un semplice titolo, scelto perché suona bene: sono davvero intessute di gioia le opere di Marina Falco Foa che illuminano le pareti della mostra inaugurata ieri al Museo Ebraico di Bologna. La saletta del museo era piena, forte anche della massiccia presenza in città di socie Adei, convenute a Bologna per una riunione nazionale. Ed in sala affetto e complicità erano quasi palpabili, perché, come ha detto subito Ester Silvana Israel, presidente Adei, in apertura di presentazione, “tutte le socie ben conoscono il lavoro di Marina”, che ha anche già esposto nella sede Adei di Milano. Dopo il benvenuto di Emilio Campos, presidente della Fondazione MEB – Museo Ebraico di Bologna, il professor Franco Bonilauri, direttore del Museo Ebraico, ha sottolineato come nella storia dell’arte alcuni personaggi siano venuti alla luce pian piano, un poco alla volta, come sta succedendo ora a Marina. I suoi lavori, che non rifiutano l’uso delle immagini, riprendono scene familiari, come il seder di Pesach, una sukkah, i ghetti italiani e tanti scorci di vita ebraica. E, ovviamente, le ketuboth, filone su cui Marina si è concentrata dopo aver illustrato la prima che ha fatto, in occasione del matrimonio di sua figlia. I paesaggi, invece, ritraggono con una luminosità tutta particolare luoghi che spesso nascondono un tocco di ironia, vuoi per un personaggio lievemente incongruo – come la giovane bagnante in bikini sull’arca di Noè, o per invenzioni deliziose, come il gioco di parole nascosto “Camogli, un parochet e un pappagallo”. La vista poi, è spesso a volo d’uccello, cosa che dona una magia speciale ai personaggi, che hanno sempre un elemento fiabesco. Personaggi di luce e di gioia, che sembrano uscire da racconti fatati. E di gioia parla Marina Falco nel suo discorso, quando ricorda gli studi a Genova, e il politecnico di Torino, dove si è laureata in architettura, e il tanto tempo passato a disegnare. Perché soprattutto questa è l’idea centrale intorno a cui ruotano sia le parole dell’autrice che tutta la mostra: disegnare è bello, ed è un elemento che può portare gioia nella vita di tutti. E sono illuminanti del suo modo di vivere anche le parola che concludono il suo intervento: “Grazie, e buona vita a tutti”
a.t. twitter @atrevesmoked
(31 ottobre 2013)