giusti…
Yitzchak e Rivkà pregano per avere dei figli. La Torah (Bereshit, 25; 21) ci dice che l’Eterno accoglie la preghiera di Yitzchak e sua moglie Rivkà resta finalmente incinta. Rashì ci fa notare che è Yitzchak a essere esaudito, perché ha più efficacia la preghiera di un Giusto figlio di un Giusto piuttosto che quella di Rivkà che è una Giusta anche lei, ma figlia di persone poco di buono. Ma non dovrebbe essere il contrario? Non andrebbe valorizzata di più una persona che pur provenendo da un’educazione avversa entra nel mondo della Torah con grandi sacrifici, piuttosto che una persona che resta in una dimensione in cui è nata e cresciuta, senza grandi sforzi, succhiando la Torah come il latte fin da poppante? A prima vista sembrerebbe essere così. Ma se analizziamo in profondità, non è per nulla scontato che una persona nata e cresciuta in un ambiente di Torah riesca a restare in quel contesto per tutta la sua vita. Come dice il verso 3 del Salmo 24: “… chi potrà salire sul Monte dell’Eterno, e chi potrà restare nel Luogo della Sua Santità.. ?”. E’ molto difficile salire sul Monte ma è ancora più difficile restarci. Yitzchak ha dinnanzi a sé un modello di tensione e di intensità religiosa rappresentato da un padre come Avraham che è un gigante. Yitzchak non solo riesce a reggere il confronto ma saprà trovare una sua strada per non ridursi soltanto a essere la clonazione del suo esemplare genitore.
Roberto Della Rocca, rabbino
(5 novembre 2013)