Ticketless – Coincidenze

cavaglionCoincidenze di treni, coincidenze di libri. In queste settimane ho avuto modo di leggere due libri legati fra loro per diverse ragioni. Sono scritti da due donne che dovrebbero avere circa la stessa età: entrambe hanno avuto o hanno il teatro al centro della propria esperienza professionale; non basta: i due libri hanno come sfondo cronologico la seconda guerra mondiale. Sono ambientati l’uno a Spalato, l’altro a Marsiglia: luoghi in cui gli italiani o come forza d’occupazione militare o come fuorusciti hanno ricoperto un ruolo centrale nel salvataggio di ebrei. Dalla Dalmazia si passa senza soluzione di continuità alla Marsiglia che è stato ultimo corridoio per la libertà di tanti profughi.
Come in una stazione ferroviaria, arrivando in ritardo e da lontano, scopri che esiste una coincidenza che non prevedevi esistesse, così inaspettatamente Adriana Altaras (“Gli occhiali di Tito. Storia rocambolesca della mia famiglia”, Edizioni Alphabeta Verlag, Merano) e Stefania Nardini (“Alcazar. Ultimo spettacolo”, edizioni e/o, Roma) si sono trovati fianco a fianco nel mio zainetto: leggendo mi sono accorto con gusto delle sorprendenti coincidenze. Adriana Altaras è oggi una attrice di successo: ricostruisce il periodo dell’occupazione italiana nei Balcani e la paradossale situazione in cui venne a trovarsi la sua famiglia (il titolo viene dall’episodio più appassionante: pare che il padre, novello Spinoza dalmata, abbia rimesso in sesto gli occhiali del partigiano Tito alla vigilia di un’epica battaglia!). Altaras con animo scanzonato riscopre la sua identità ebraica nella Berlino odierna viaggiando a ritroso nella memoria famigliare (segnalo una sequenza su Nonantola, importanze per la vicenda dei ragazzi di Villa Emma). Stefania Nardini invece racconta quella che a tutti gli effetti dovrebbe essere la biografia della madre, capocomico, in arte Silvana Landi, trasformista internazionale. Dalla speciale angolatura del teatro Alcazar, dove una Fregoli in gonnella con successo strabiliante va in scena tutte le sere, rivive la Marsiglia degli Italiens, fra regolamenti di conti, traffici di parmigiano,cocaina, armi e prostituzione: la città dove incrociarono i loro destini di profughi almeno duemila ebrei.

Alberto Cavaglion