Nugae – Movember

matalonSuvvia non è un errore di stampa, che banalità, bensì un’adorabile crasi, fra “moustache” e “november”. Oltre che pane per i denti di un’irriducibile delle arance, delle mele, e perfino delle stelle alpine comprate per finanziare la ricerca su qualsivoglia malattia possa alimentare la sua ipocondria. Movember è una stupenda campagna ormai mondiale di sensibilizzazione sul cancro alla prostata e altre malattie tipicamente maschili, per raccogliere fondi ma soprattutto aumentare la prevenzione, l’arma più efficace. Nel concreto consiste nell’astensione dalla rasatura sul labbro superiore per tutto il mese di novembre, così da attirare l’attenzione e poter rispondere con un bel discorsone serio all’ingenua affermazione “Quanto stai male col baffetto”. Attenzione però, niente pizzetto alla Brad Pitt, niente barbona alla Herzl, rigorosamente solo baffi. Occhio, è scritto sul sito, “Niente baffo, nessuna pietà”. In qualsiasi forma e dimensione, i disegnini stilizzati fioccano. Ci si registra sul sito dell’organizzazione Movember e si diventa ufficialmente uno dei quasi due miliardi di Mo Bro al mondo. L’ideale è pubblicare foto dei propri progressi day by day, o lamentarsi della mancata crescita sul proprio blog. Ma anche le signore possono partecipare, guadagnandosi il titolo di Mo Sista, praticamente delle cheerleader del pelo facciale, che incoraggiano e sponsorizzano. Bisogna avere fantasia, come la squadra italiana di rugby delle Zebre, che in un video mostra di allenare muscoli e baffi. Movember è anche il momento giusto per sfoderare il jewish pride, stilando classifiche di ebrei tricologicamente famosi: compaiono fra gli altri i baffetti neri di Groucho Marks, con folte sopracciglia a fare pendant, quelli bianchi di Einstein, quelli sovversivi del nuotatore Mark Spitz, che alle olimpiadi del ’72 vinse senza radersi. La pagina Movember Israel dimostra come l’eroe Super Mario, il brillante Salvador Dalì, il rivoluzionario Che Guevara senza baffi sembrerebbero rispettivamente solo un tuttofare, un tipo strano, un ribelle. Ci sono anche i Moscar, premi prestigiosissimi assegnati ai migliori video sui baffi, l’anno scorso vinti da due tizi tutti tatuati che raccontavano la loro traumatica esperienza sulle note ormai esasperanti di Call me maybe. Ah e al museo ebraico di Berlino c’è uno specchio con disegnati dei bellissimi baffoni in stile prussiano: così anche le ragazze ipocondriache possono avere una profile picture degna del Movember.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF

(10 novembre 2013)